Ancona – L’atletica italiana torna a volare alto. In volo, nel pomeriggio di sabato 16 febbraio, hanno tolto il fiato a un pubblico finalmente numeroso e attento Silvano Chesani nell’alto, Roberta Bruni nell’asta e, prima che il sipario cadesse su questi elettrizzanti campionati italiani indoor, ci ha pensato anche il velocista Michael Tumi a incendiare il pubblico del Pala Banca Marche. Questo il commento di Stefano Baldini, direttore tecnico del settore giovanile: “Gli atleti sono gli stessi di un anno fa, ma ora si respira un’aria diversa, effervescente”. Un missile. Michael Tumi, 23 anni, compatto velocista delle Fiamme Oro centra con 6”51 il nuovo primato al coperto, relegando al secondo posto Cerutti, staccato di ben 17 centesimi: un baratro. Dopo il 6”53 di Maggligen (Svizzera, 2 febbraio), Tumi sapeva di avere nelle gambe un gran tempo, anche perché, ci ha ricordato, era spuntata qualche critica sulla pista dove aveva realizzato il bel crono (pare, infatti, fosse senza corsie). Ma, al di là di tutto ciò, sabato Tumi ha centellinato da gran campione le sue forze, con una batteria corsa al risparmio (6”77), una semifinale condotta da velocista consumato (6”69), per poi sparare tutto nella finale. “In batteria non mi sono scaldato molto, ho atteso la finale tranquillamente per sparare il colpo che avevo in canna! Tempo di reazione di Tumi: 0,140, più che buono anche se tutti i velocisti si sono lamentati che il tempo dal pronti allo sparo era troppo lungo. “Se ho realizzato 6”51, non vedo perché non debba arrivare a scendere sotto i 6”50. Vado in Svezia per vincere l’oro o almeno una medaglia. Ho molta fiducia in me stesso in questo momento. So di dover affrontare velocisti come il francese Vicaut (6”53), l’iberico Rodriguez (6”55), poi c’è sempre un certo Chambers..” Il pomeriggio si era incendiato con la gara dell’alto uomini, nella quale il trentino Silvano Chesani, 25 anni, aveva dato vita a un appassionante duello con Marco Fassinotti. L’aviere torinese si fermava a 2,27, mentre il poliziotto, dopo aver valicato l’asticella a 2,29 (seconda prova), passava 2,31 e, alla prima, con 2,33 centrava il nuovo primato italiano indoor (precedente: Alessandro Talotti, Glasgow, 29/1/2005), ma, quel che più importa, eguagliava il record che apparteneva a Marcello Benvenuti (Verona, 12/9/1989), ovvero nell’altro secolo, un’altra epoca. Ci sono voluti pertanto quasi 24 anni per vedere un italiano arrivare così in alto. E’ stata la festa dei ragazzi del salto in alto. Non appena Silvano Chesani è atterrato sui sacconi, i suoi compagni sono letteralmente esplosi in urla, applausi soffocando di abbracci il neo campione italiano. L’allievo di Giuliano Corradi, che si divide tra Trento, dove abita, e Modena, dove si allena, ci ha ricordato che lo scoro anno, nel medesimo impianto, aveva superato 2,31 e che all’aperto ha un primato di 2,28 (2011 Torino). “Il lavoro paga – ha dichiarato subito dopo la sua impresa Silvano Chesani-, mi ha fatto pure bene la mancata convocazione alle Olimpiadi. Hanno fatto bene a lasciarmi a casa, pur in possesso del minimo, durante l’estate non ero andato più in là di un modesto 2,22″. Yelena Isinbayeva è il modello da seguire per Roberta Bruni, neo primatista italiana assoluta con 4,60, a soli tre centimetri dal primato mondiale juniores della svedesina Bengtsson nel 2011. Roberta, 19 anni, da Nazzano (Roma), aveva già valicato l’asticella a 4,51 il 2 febbraio e aveva pertanto già scacciato tutte le paure e le ansie che l’avevano attanagliata durante l’ultima stagione, compreso il bronzo a Barcellona nel mondiale juniores. Paure che lei stessa ci ha ricordato davanti a Gabriella Dorio, che è la sua tutor. Roberta, 1,70 x 63 kg ben distribuiti, tutti i giorni in auto, accompagnata dalla mamma Viviana, coreografa, o dal nonno Alvaro, si sciroppa 60 km per andare ad allenarsi a Rieti. “Ho la patente da poco – dice sorridendo Roberta – e ancora non si fidano a farmi andare in auto da sola”. I miglioramenti dell’atleta azzurra sono evidentissimi: viaggiava sino allo scorso anno con primati di 4,25 m al coperto e di 4.35 m all’aperto. “Debbo crescere ancora, ma sognare non mi costa nulla”. Roberta ha esordito a 4,10 m, ha incontrato un problemino a 4,30 m (seconda prova), poi tranquilla sino a 4,60 m centrati alla prima prova. La gara di asta è stata di buon livello, con Giorgia Benecchi che è salita fino a 4,40. Non può passare inosservato il nuovo primato italiano del triplo juniores ad opera di Ottavia Cestonaro con 13,47 m. Tra l’altro, la triplista ha migliorato il record che apparteneva a Simona La Mantia, realizzato nel vecchio impianto di Ancona con 13,41 , nel lontano 2001. I 60 m donne sono andati con 7”37 a Audrey Alloh. Euforico, nel vero senso della parola, il presidente Alfio Giomi, in procinto di annunciare la formazione per i Campionati europei di Goteborg (1-3 marzo). Visto che verranno inviati in Svezia tutti i vincitori del titolo italiano e coloro che sono in possesso del minimo, la spedizione sarà di oltre una quarantina di elementi.