Owens, corsa contro il razzismo

Owens, corsa contro il razzismo

19 Ottobre, 2019
È uscita per la prima volta in italiano l’autobiografia di Jesse Owens, L’uomo che sconfisse Hitler. Il libro racconta la storia dell’atleta afroamericano che alle Olimpiadi di Berlino 1936 vinse quattro medaglie d’oro. Diventando simbolo immortale della lotta al razzismo.
Le quattro medaglie

Nel 1936 Adolf Hitler organizzò i sontuosi Giochi di Berlino per mostrare al mondo la forza della Germania e per legittimare il regime agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e mondiale. A guastargli la festa fu Owens. L’atleta conquistò infatti l’oro nei cento e duecento metri, nella staffetta 4×100 m e nel salto in lungo, battendo tutti gli avversari di pelle bianca.

Umiliati Hitler e Roosvelt

Con i suoi risultati Owens umiliò i nazisti, ma anche i sostenitori della segregazione razziale negli USA. Tanto che pure il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, non solo Adolf Hitler – che, secondo la storia, non gli strinse la mano – rifiutò di incontrarlo.

L’amicizia con Long

Jesse Owens inflisse dunque una prima e pesante sconfitta, pur sportiva, al regime nazista. E proprio nella sua capitale. Umiliazione “peggiorata” dal fatto che il suo avversario tedesco Luz Long (argento nel lungo a Berlino) riuscì a superare le discriminazioni imposte dal governo tedesco per stringere con il collega afroamericano un’amicizia duratura. Long in seguito morirà durante la Seconda guerra mondiale, spedito in prima linea proprio a causa del suo gesto di fratellanza.

Simbolo di libertà e coraggio

Pochi uomini al mondo, insomma, hanno scritto il proprio nome nella storia come James Cleveland Owens, discendente di una generazione di schiavi, riuscì a fare in quell’agosto 1936. In questa sua autobiografia spirituale, uscita nel 1978 (il campione morì nel 1980 per un cancro ai polmoni) la viva voce di Owens accompagna i lettori ben oltre la rassegna delle sue vittorie sportive. Attraverso la sua infanzia poverissima in Alabama, l’inarrestabile ascesa sull’Olimpo dell’atletica, il rapporto con il collega tedesco, le umiliazioni e le difficoltà dopo il trionfo in un’America segnata dalla segregazione, la lotta per trovare la fede. Una vita intera trasformatasi, alla fine, in simbolo immortale di libertà e coraggio.

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