Allenarsi e constatare dei miglioramenti è molto stimolante, oltre che gratificante, soprattutto quando i ritmi diventano sempre più veloci. In questi casi sembra che il nostro corpo non abbia freni e che i muscoli siano in perfetta sintonia con la respirazione. Ogni allenamento è un passo in avanti verso una forma fisica sempre migliore.
Ma sappiamo che non è sempre così, perché c’è una fase in cui il corpo reagisce con meno efficienza agli stimoli: si continua a correre bene, ma non si rilevano progressi cronometrici.
In queste circostanze l’adrenalina cala perché manca l’euforia che deriva dal miglioramento e le sedute non sono più così galvanizzanti: la fatica e gli sforzi non sono sostenuti dai progressi.
Si tratta di una fase delicata della preparazione nella quale si deve fare attenzione a non strafare. Viene spontaneo forzare la situazione, si deve però essere consapevoli che una volta raggiunto il momentaneo apice della forma, andare oltre è davvero molto difficile.
Dalle pagine di Correre di febbraio Orlando Pizzolato ci spiega perché è importante rispettare le fasi di adattamento del corpo adeguandosi alla fase di rigenerazione.
Tecniche e strategie per non perdere la motivazione e migliorare l’efficienza.