Sono passati 40 anni dall’incidente automobilistico che ha interrotto sul più bello la parabola della meteora più luminosa dell’atletica statunitense, plasmata dalla guida del mitico coach Bill Bowerman.
Attraverso uno speciale dedicato al mito , Correre di maggio ricostruisce chi era Steve Roland Prefontaine. Attraverso i racconti di chi lo ha incontrato (Franco Fava e Giorgio Rondelli), di chi è esperto di scarpe da running (Filippo Pavesi) di chi si occupa di cultura della corsa (Andrea Schiavon) e di chi a Eugene ci è stato recentemente (Francesca Grana).
Insomma, un numero da non perdere, perché mitico.
Steve Roland Prefontaine è stato il più grande mezzofondista americano. Dal 1970 al 1975 (anno della sua morte) disputò 102 gare su pista e ne vinse 82 su distanze che spaziavano dal miglio ai 10.000 m.
Per ben 14 volte ha riscritto record nazionali spesso già suoi: li deteneva tutti dalle 2 miglia ai 10 km. Nei 5000 m è sceso dieci volte sotto i 13’30” e nel miglio ha abbattuto nove volte il fatidico muro dei 4′.
Se l’è portato via un incidente stradale quando non aveva ancora 25 anni, ma quell’età era già diventato l’idolo dell’Hayward Field, la pista di Eugene, in Oregon.
Accendeva le folle come accendeva le gare: sempre in testa, sempre a tutta.
Non aveva paura di nessuno e non tollerava gli attendismi tattici: se ne hai, vai. “Dare qualcosa meno del tuo massimo significa sacrificare il Dono”, una delle sue frasi più celebri, ripetuta ancora oggi come un mantra dai fan di tutto il mondo.