Mondiali – Commento alla 2a giornata: il solito Bolt, la grandissima Dibaba

Mondiali – Commento alla 2a giornata: il solito Bolt, la grandissima Dibaba

11 Agosto, 2013

Lui ha vinto. Lui è il più forte. Lui è il re. Usain Bolt mette in fila tutti, compresi i suoi detrattori. Conquista la finale dei 100 m con una pioggia battente che non fa di certo bene ai velocisti. Dopo la semifinale vinta, come sempre, senza mai spingere sino in fondo. Bolt si è presentato ai blocchi di partenza con ben altri tre connazionali. La sua partenza non è di certo impressionante (0,163 il tempo di reazione allo sparo), in quattro sono più lesti di lui. Ma “The king” nei 40 metri finali innesta il turbo e vince con il suo miglior crono dell’anno: 9”77. Dietro Gatlin (9″85), che l’aveva battuto al Golden Gala, poi la festa caraibica: Carter (9”95), Cole (9”98), Ashmeade (9″98). La festa ha inizio. Aspettiamoci altre volate sui 200 m e poi con la staffetta. Non sarà il Bolt di Berlino con due primato del mondo, ma è lui l’uomo simbolo dell’atletica mondiale. Così è se vi pare.

Con ancora l’argento di Valeria Straneo negli occhi, per la seconda tappa del mondiale moscovita si segue in maniera particolare la marcia maschile, dove per i nostri colori aleggia sempre il fantasma di Alex Schwazer. La “venti” dopo la solita sparata di Suzuki, vede la vittoria del russo, bello e giovane, Ivanov, grazie anche alla squalifica del guatemalteco Barrondo, davanti al cinese Chen e all’iberico Lopez. I nostri abbastanza lontani.Fa dispiacere 
vedere un atleta come Giorgio Rubino, ventottesimo in 1:25’42”, capace solo qualche stagione fa di ottimi risultati, come il quarto posto di Berlino, arrivare nelle retrovie della gara. Il sodalizio con Sandro Damilano, spezzatosi 
più di un anno fa, ha dato purtroppo i suoi frutti, ma questa volte non sono succosi come le ciliegie d’estate. ma spinosi come le nespole. Il primo degli azzurri è il bergamasco Giupponi, undicesimo in 1:23’30”. Ivanov si è imposto in 
1:20’58, in uno stadio terribilmente spoglio, inteso come spettatori. Il terzo azzurro, Tontodonati, quarantaduesimo in 1:29’26”, subito dopo aver tagliato il traguardo è stramazzato al suolo.

Durante la telecronaca si è assistito a un siparietto gustoso. Franco Bragagna (telecronista Rai) ha chiesto al prof. Dino Ponchio (presente in postazione, tra l’altro il tecnico veneto è un ex CT della nazionale femminile) cosa ricordava del fattaccio di Roma ’87. Traduzione: l’allungamento del salto di Evangelisti, di cui lo stesso Ponchio era l’allenatore. Ebbene, il coach padovano ha dichiarato che non sapeva nulla del fatto, di ciò che era stato eventualmente premeditato. Difficile a questo punto non credergli, ma che Evangelisti non si fosse accorto di nulla, era impossibile! Ponchio si riguardi il filmato!  

Durante la giornata abbiamo visto anche una buona Chiara Bazzoni nei 400 m con Libania Grenot che finalmente ha corso un 400 m sino alla fine, ovvero buttando il cuore oltre l’ostacolo, anche se si tratta di 400 m piani e non di 400 a ostacoli. L’apatia che l’aveva contraddistinta pare sia sparita. Entrambe non hanno accesso alla finale, peccato per Libania che con 50”47 è la prima delle escluse. Peccato. Questa volta non se lo meritava.

Giordano Benedetti, negli 800 m, è ancora molto ingenuo e non avvezzo a certe gare internazionali, lo si vede come affronta la prova, dopo la batteria.
Non c’e stato grande spettacolo nei 10.000 m donne (15’30”38 ai 5.000 m ) con la solita eterna lotta tra keniane e etiopi conclusasi con la vittoria della grandissima amarica Tirunesh Dibaba in 30’43”51, con un ultimo 400 m di grande 
intensità.