Nonostante pioggia e vento a tratti contrario, 1.432 maratoneti hanno portato in fondo la maratona di Padova, partita da Campodarsego per culminare nello scenario mozzafiato di Prato della valle. La classifica porta alla luce, finalmente, figure italiane meritevoli d’attenzione, come quelle di Fabio Mella e Giuliano Virdis. Il primo è un operaio bresciano trentacinquenne, salito per la prima volta in carriera sul podio di un grande evento internazionale. Il secondo si è classificato immediatamente alle sue spalle, ha gli stessi anni ed è padovano. Due risultati inattesi che hanno sorpreso per primi i diretti interessati.
«Ho capito che potevo essere terzo quando ho visto ritirarsi il keniano Magut, ma ne ho avuto conferma solo dalla voce degli speaker (Paolo Giubilato e Roberto Brighenti, ndr) che annunciavano il mio nome in Prato della Valle: non mi sarei mai immaginato un risultato del genere» confessa Mella. «Tra l’altro non partecipavo a una maratona da cinque anni, perché ho avuto diversi problemi fisici e ho scelto Padova proprio perché sapevo che era veloce e ben organizzata. Beh, ho anche migliorato il mio primato personale di tre minuti, scendendo a 2 ore 26’42”, non potevo chiedere di più».
La sua gioia è simile a quella di Giuliano Virgis, che ha tagliato il traguardo per quarto. Allenato da Franco Sommaggio all’Atletica Città di Padova è sceso pure lui di tre minuti (2 ore 32’45”). Corre dal 2011, mentre prima si dedicava alla mountain bike: con questo risultato, come ha confessato all’arrivo, viene in parte ripagato dalla delusione per aver perso il lavoro di impiegato.
Ben diverso lo spirito con cui si è presentata al via Fatna Maraoui, che a Padova ha migliorato il suo personale firmando la seconda miglior prestazione italiana stagionale (2 ore 36’32”) ricevendo anche la “benedizione” del professor Dino Ponchio, consigliere del presidente Fidal Alfio Giomi: «Il suo nome va considerato in una nuova luce: con questo risultato si candida per una maglia azzurra agli Europei di Zurigo». Ad accoglierla al traguardo il marito Eric, con cui vive a Biella. Rientrata in Piemonte, invece, l’hanno abbracciata i figli Nora e Denis, che, come spiegava, «ho preferito lasciare a casa, perché devono pensare prima di tutto alla scuola».