Alle ore 10 di mercoledì mattina 1 maggio, a Sesto S. Giovanni (MI), si è tenuta una lezione di marcia riservata alle donne. Lezione nel vero senso della parola, impartita da Yelena Lashmanova (prima, a destra, nella foto), esile russa (alta 1,70 x 48 kg) che è sbarcata per la prima volta in Italia per raggiungere proprio Sesto S. Giovanni, immediato hinterland milanese, dove da 56 anni si disputa una classica di marcia che non ha eguali in Europa. Yelena, graziosa ex sovietica, da quando ha iniziato a marciare si è messa al collo una sfilza di risultati da far tremare qualsivoglia altra specialista. Ha cominciato a Bressanone (mondiali allievi 2009), ha proseguito a Mocton (mondiali juniores 2010), non ha smesso a Tallin (Europei under 23 nel 2011) e ha concluso alle Olimpiadi di Londra lo scorso agosto. Per i meno preparati, tutti questi risultati si possono tradurre con il primo posto, ovvero la medaglia d’oro, appunto, al collo. Così è stato anche a Sesto dove, sotto un sole abbastanza caldo, Yelena si è messa dietro alle lusitane Henriques e Cabecinha, le ha lasciate sfogare, poi a due km dalla fine ha messo il suo grazioso nasino davanti e la storia è finita. Prima, senza neppure forzare. Il suo crono finale è stato di 1:32’07” (parziali ogni 5 km di 23’48″, 23’24”, 23’14”, 21’41”). Le italiane erano completamente assenti, ne Rigaudo e neppure Giorgi, così l’ultima a tagliare il traguardo è stata Nicole Colombi dell’US Scanzorosciate. La citata assente Elisa Rigaudo, però, va ricordato, era contemporaneamente impegnata a farsi valere al meeting regionale Festa dell’atletica” di Mondovì (CN), dove con 42’29″06 nei 10,000 m in pista ha realizzato l’ottavo tempo di sempre al mondo (record della russa Nadezhda Ryashkina, 41’56″23, Seattle, USA, 1990) e il secondo all time italiano, a soli sei secondi dal primato di Ileana Salvador che, l’8 maggio 1993 a Bergen (Norvegia) aveva coperto la distanza in 42’23″7.
Nel pomeriggio la gara maschile è stata forse più combattuta, ma sotto il profilo tecnico un gradino al di sotto delle aspettative. Anche in questo caso i migliori azzurri erano assenti, così via libera per la prima volta a uno slovacco che nel 2010 aveva vinto la Coppa del Mondo, si tratta di Matej Toth che a un giro dalla fine ha preso il largo chiudendo in 1:22’02” (20’44″, 20’32”, 20’24”, 20’22”), staccando di 27” il polacco Jakub Jelonek e di 1’16” l’australiano Dane Bird-Smith. Particolare assai interessante: in tempo massimo per pochissimo un atleta ghanese, Senanu Segre Adzrachu, staccato di 28’59” dal vincitore. Una vita. Primo per i nostri colori il poliziotto Massimo Stano (Fiamme Oro) in 1:26’53”. Presenti a Sesto tutti i bei nomi della nostra specialità, che ha dato lustro alla atletica italiana: Ivano Brugnetti, Gianni Perricelli e Alessandro Gandellini, compresi i tecnici Antonio La Torre e Vittorio Visini.