Atletica: la guida ai Campionati Mondiali di Eugene

Atletica: la guida ai Campionati Mondiali di Eugene

12 Luglio, 2022

Con un anno di ritardo causato dalla pandemia è giunta l’ora dei Campionati Mondiali di atletica leggera che si disputeranno a Eugene (USA) dal 15 al 24 luglio. È la prima volta nella storia che la rassegna iridata sbarca negli Stati Uniti e lo spettacolo si preannuncia di altissimo livello nel nuovo impianto dell’Oregon che ospiterà le gare dei Mondiali di Eugene.

In dieci giorni di gare in palio ben 49 titoli: 24 maschili, 24 femminili e 1 misto (4×400 mista). Riflettori puntati sulla nuova distanza della marcia i 35 km sostituiscono la prova sui 50 km.

Dopo il trionfo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 c’è grande attesa e aspettativa per la squadra azzurra che a Eugene porterà una delegazione di 60 atleti.

Dopo i Mondiali di Eugene 2022 il testimone passerà a Budapest 2023 dove si svolgeranno i successivi Mondiali di atletica leggera.

La squadra azzurra per i Mondiali di Eugene

Il team azzurro per i Mondiali di Eugene è composto da 60 atleti, di cui 29 uomini e 31 donne.

Della squadra fanno parte sei campioni olimpici di Tokyo: l’oro dei 100 metri e della 4×100 Marcell Jacobs, l’oro del salto in alto Gianmarco Tamberi, il marciatore Massimo Stano che gareggerà nella 35 km e gli staffettisti Filippo Tortu (200 e 4×100), Fausto Desalu (200 e 4×100) e Lorenzo Patta (4×100).

Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu
Foto Colombo/FIDAL

Tra gli azzurri anche i finalisti olimpici della 4×400 Davide Re, Edoardo Scotti e Vladimir Aceti, il triplista Andrea Dallavalle, il siepista Ahmed Abdelwahed, il pesista Nick Ponzio.

Al femminile, in squadra anche le finaliste mondiali indoor Elena Vallortigara (alto) ed Elisa Molinarolo (asta), le primatiste italiane Sara Fantini (martello), Roberta Bruni (asta), Zaynab Dosso (in gara nei 100 e con la 4×100), Daisy Osakue (disco). Convocate l’ostacolista Ayomide Folorunso (400hs-4×400), le mezzofondiste Elena Bellò (800) e Gaia Sabbatini (1500), la lunghista Larissa Iapichino.

Prima volta in Nazionale assoluta per la mezzofondista Sintayehu Vissa (1500) e per Alessandra Bonora (4×400).

Ecco la lista completa dei convocati azzurri per i Mondiali di atletica leggera di Eugene>> LEGGI

Mondiali di Eugene: il programma

Venerdì 15 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
9.0518.05MartelloMQualificazione Gruppo A 
10.1019.10AltoMQualificazioneFASSINOTTI, TAMBERI
10.3019.30MartelloMQualificazione Gruppo B 
11.4520.454×400 mistaXBatterieITALIA
12.0521.05MartelloFQualificazione Gruppo AFANTINI
12.3021.30100MTurno preliminare 
13.1022.1020 km marciaFFinaleCOLOMBITRAPLETTI
13.3022.30MartelloFQualificazione Gruppo Bev. Fantini


Nella notte italiana tra venerdì 15 e sabato 16

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
15.100.1020 km marciaMFinaleFORTUNATOPICCHIOTTINO
17.052.05PesoFQualificazione 
17.152.153000 siepiMBatterieABDELWAHED
17.202.20AstaFQualificazioneBRUNI, MOLINAROLO
18.003.00LungoMQualificazione 
18.103.101500FBatterieDEL BUONO, SABBATINI, VISSA
18.503.50100MBatterieALI, JACOBS
18.553.55PesoMQualificazioneFABBRI, PONZIO
19.504.504×400 mistaXFinaleITALIA



Sabato 16 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
10.3019.30TriploFQualificazioneCESTONARO
10.3519.353000 siepiFBatterie 
11.1020.10AltoFQualificazioneVALLORTIGARA
11.2520.25110hsMBatterie 
12.0021.00MartelloMFinale 
12.2021.2010.000FFinale 
13.2022.20400hsMBatterieLAMBRUGHI


Nella notte italiana tra sabato 16 e domenica 17

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.102.10100FBatterieDOSSO
18.003.00100MSemifinaliJACOBS rit.
18.203.20LungoMFinale 
18.253.25PesoFFinale 
18.303.301500MBatterie 
19.054.051500FSemifinaliSABBATINI
19.504.50100MFinale



Domenica 17 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
6.1515.15MaratonaMFinale 
10.3519.35100hsFEptathlon 
11.0520.05400MBatterieRE, SCOTTI
11.3520.35AltoFEptathlon 
11.3520.35MartelloFFinaleFANTINI
12.0021.00400FBatterieMANGIONE
13.0022.0010.000MFinale 
13.4522.45PesoFEptathlon 


Nella notte italiana tra domenica 17 e lunedì 18

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.052.05110hsMSemifinali 
17.052.05DiscoMQualificazione Gruppo A 
17.252.25AstaFFinale
17.332.33100FSemifinaliev. Dosso
18.033.03400hsMSemifinali
18.273.27PesoMFinalePONZIO
18.303.30DiscoMQualificazione Gruppo B 
18.383.38200FEptathlon 
19.004.001500MSemifinali 
19.304.30110hsMFinale 
19.504.50100FFinaleev. Dosso



Lunedì 18 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
6.1515.15MaratonaFFinale 
9.3518.35LungoFEptathlon 
10.5519.55GiavellottoFEptathlon Gruppo A 
12.0521.05GiavellottoFEptathlon Gruppo B 


Nella notte italiana tra lunedì 18 e martedì 19

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.052.05200MBatterieDESALU, TORTU
17.102.10DiscoFQualificazione Gruppo AOSAKUE
17.452.45AltoMFinaleTAMBERI
18.003.00200FBatterieKADDARI
18.203.20TriploFFinale
18.353.35DiscoFQualificazione Gruppo B
18.553.55800FEptathlon 
19.204.203000 siepiMFinaleABDELWAHED
19.504.501500FFinale



Martedì 19 luglio
Nella notte italiana tra martedì 19 e mercoledì 20

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.152.15400hsFBatterieFOLORUNSO, OLIVIERI, SARTORI
17.402.40AltoFFinaleVALLORTIGARA
18.053.05200FSemifinali
18.333.33DiscoMFinale 
18.503.50200MSemifinaliTORTU
19.304.301500MFinale 
19.504.50400hsMFinale



Mercoledì 20 luglio
Nella notte italiana tra mercoledì 20 e giovedì 21

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
15.200.20GiavellottoFQualificazione Gruppo A 
16.251.255000FBatterie 
16.501.50GiavellottoFQualificazione Gruppo B 
17.202.20800MBatterieTECUCEANU
18.153.15400hsFSemifinaliFOLORUNSO, OLIVIERI, SARTORI
18.303.30DiscoFFinale
18.453.45400FSemifinali
19.154.15400MSemifinali
19.454.453000 siepiFFinale 



Giovedì 21 luglio
Nella notte italiana tra giovedì 21 e venerdì 22

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.052.05GiavellottoMQualificazione Gruppo A 
17.102.10800FBatterieBELLÒ
18.103.105000MBatterie 
18.203.20TriploMQualificazioneBOCCHI, DALLAVALLE, IHEMEJE
18.353.35GiavellottoMQualificazione Gruppo B 
19.004.00800MSemifinaliTECUCEANU
19.354.35200FFinale
19.504.50200MFinale



Venerdì 22 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
6.1515.1535 km marciaFFinale 


Nella notte italiana tra venerdì 22 e sabato 23

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.052.05AstaMQualificazione 
17.402.404×100FBatterieITALIA
18.053.054×100MBatterieITALIA
18.203.20GiavellottoFFinale 
18.353.35800FSemifinaliev. Bellò
19.154.15400FFinale
19.354.35400MFinale
19.504.50400hsFFinale



Sabato 23 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
9.5018.50100MDecathlon 
10.4019.40LungoMDecathlon 
11.2020.20100hsFBatterieDI LAZZARO
12.0021.00LungoFQualificazioneIAPICHINO
12.1021.10PesoMDecathlon 


Nella notte italiana tra sabato 23 e domenica 24

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
16.101.10AltoMDecathlon 
17.102.104×400FBatterieITALIA
17.402.404×400MBatterieITALIA
18.003.00TriploMFinaleev. Bocchi, Dallavalle, Ihemeje
18.103.10800MFinaleev. Tecuceanu
18.253.255000FFinale 
18.353.35GiavellottoMFinale 
18.553.55400MDecathlon 
19.304.304×100FFinaleev. Italia
19.504.504×100MFinaleev. Italia



Domenica 24 luglio

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
6.1515.1535 km marciaMFinaleAGRUSTISTANO
9.3518.35110hsMDecathlon 
10.3019.30DiscoMDecathlon Gruppo A 
11.4020.40DiscoMDecathlon Gruppo B 
12.1521.15AstaMDecathlon Gruppo A 
13.1522.15AstaMDecathlon Gruppo B 


Nella notte italiana tra domenica 24 e lunedì 25

ORARIO EUGENEORARIO ITALIAGARA TURNOAZZURRI
17.052.05100hsFSemifinaliev. Di Lazzaro
17.052.05GiavellottoMDecathlon Gruppo A 
17.252.25AstaMFinale 
17.502.50LungoFFinaleev. Iapichino
18.053.055000MFinale 
18.103.10GiavellottoMDecathlon Gruppo B 
18.353.35800FFinaleev. Bellò
19.004.00100hsFFinaleev. Di Lazzaro
19.204.201500MDecathlon 
19.354.354×400MFinaleev. Italia
19.504.504×400FFinaleev. Italia

Seguire i Mondiali di Eugene in tv

Campionati Mondiali di Eugene avranno una copertura televisiva senza precedenti. La rassegna iridata andrà in onda come di consueto sui canali Rai, ma per la prima volta anche su Sky.

Nell’emittente pubblica le sessioni mattutine, in programma nella serata europea, saranno trasmesse prevalentemente su RaiSport, dalle ore 19.30 circa. La maggior parte delle finali è invece prevista durante le sessioni pomeridiane, nel cuore della notte italiana, con collegamento in diretta su Rai 2 a partire dalle 1.30. Per chi vorrà vedere (o rivedere) le gare, repliche al mattino su RaiSport. Tutto sarà disponibile anche online su RaiPlay in ogni momento della giornata.

È invece l’esordio a un Mondiale di atletica per Sky che proporrà la diretta integrale della manifestazione su Sky Sport Arena, con la diretta in vari momenti anche sul canale principale Sky Sport Uno. Repliche mattutine su Sky Sport Arena o in alternativa su Sky Sport Action, ma andrà in onda anche una trasmissione con mezz’ora di “highlights” ogni mattina su Sky Sport 24 alle 7.30 e in replica nelle ore successive.

Mondiali di Eugene: prima volta negli USA

Nonostante rappresentino la nazione di riferimento dell’atletica mondiale, prima di questa 18ª edizione gli Stati Uniti non hanno mai ospitato i Campionati mondiali su pista.

Le sedi dei Mondiali

Da quella prima edizione del 7-14 agosto 1983 a Helsinki (FIN), il massimo appuntamento iridato dell’atletica è stato organizzato per due volte in Finlandia (Helsiniki 1983 e 2005), Germania (Stoccarda 1993 e Berlino 2009) e Giappone (Tokyo 1991 e Osaka 2007), e una sola volta in altri 11 paesi:  Canada (Edmonton 2001), Cina (Pechino 2015), Corea del Sud (Daegu 2011), Francia (Parigi 2003), Gran Bretagna (Londra 2017), Grecia (Atene 1997), Italia (Roma 1987), Qatar (Doha 2019), Russia (Mosca 2013), Spagna (Siviglia 1999), Svezia (Goteborg 1995).

Cadenza iridata

Dal 1983 al 1991 i Campionati mondiali di atletica vennero disputati ogni 4 anni, nell’anno precedente ai Giochi Olimpici (1983/Helsinki, 1987/Roma, 1991/Tokyo). Da quel momento la cadenza è diventata biennale (da Stoccarda 1993 in poi), sempre negli anni dispari.

L’edizione di Eugene era in origine prevista nel 2021, ma è stata rimandata di un anno a seguito del rinvio dei Giochi olimpici di Tokyo dal 2020 al 2021. La 19ª edizione si svolgerà a Budapest nel 2023.

I più bravi ai Mondiali

Il medagliere per nazioni è dominato dagli Stati Uniti, che hanno conquistato 381 medaglie: 170 d’oro, 117 d’argento e 94 di bronzo.

È una donna l’atleta che in assoluto ha conquistato più medaglie ai Campionati mondiali di atletica: si tratta della velocista statunitense Allyson Felix, con 18 medaglie, 13 delle quali d’oro.

L’uomo che ha conquistato il maggior numero di medaglie ai Mondiali è il giamaicano Usain Bolt con 14 medaglie di cui 11 d’oro tra 100 m, 200 m e staffetta 4×100.

Qualificazione: chi partecipa e come

Di base, per partecipare ai Campionati mondiali gli atleti devono ottenere il cosiddetto “minimo di ingresso”, cioè il risultato stabilito per ogni specialità dalla “World Athletics”, attuale nome della federazione internazionale di atletica riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale (CIO) e un tempo nota come “IAAF”. Non più di tre atleti per nazione e per ogni specialità possono essere iscritti ai Mondiali col sistema del minimo d’ingresso. In alternativa si può accedere ai Campionati mondiali in base al ranking, cioè il piazzamento nelle classifiche mondiali dell’annodella manifestazione.

Sono previste delle wild card per i campioni del mondo in carica e per coloro che nell’anno precedente hanno vinto la Diamond League, il Continental Tour nel lancio del martello, il Race Walk Challenge (marcia) e il Combined Events Tour (Decathlon/eptathlon).

I più presenti ai Campionati Mondiali

Con 12 presenze, il marciatore spagnolo Jesús Ángel García è l’atleta che vanta più partecipazioni ai Campionati mondiali, tra le quali spicca la vittoria nella 50 km di marcia a Stoccarda 1993.

Con 9 presenze iridate l’atleta italiano con il maggior numero di partecipazioni è il lanciatore di martello Nicola Vizzoni (argento ai Giochi olimpici di Sydney 2000 e ai Campionati Europei di Barcellona 2010)

Le medaglie mondiali dell’Italia

L’Italia ha partecipato a tutte le 17 edizioni dei Campionati del mondo di atletica fin qui disputate, salendo sul podio per 43 volte e conquistando 11 titoli mondiali, 15 medaglie d’argento e 17 di bronzo.

L’edizione col bottino azzurro più ricco fu quella di Goteborg 1995 con due ori (Fiona May/lungo e Michele Didoni/20 km marcia), due argenti (Elisabetta Perrone/10 km marcia e Giovanni Perricelli/50 km marcia) e due bronzi (Ornella Ferrara/maratona e 4×100 uomini con Puggioni, Madonia, Cipolloni, Floris).

L’edizione più “amara” fu quella di Pechino 2005, l’unica conclusa senza nessuna presenza azzurra sul podio.

La prima medaglia d’oro della spedizione italiana ai Mondiali fu conquistata da Alberto Cova nei 10.000 m della prima edizione (Helsinki 1983).

L’ultima medaglia d’oro dell’Italia ai Mondiali risale al 2003 (Paris/St.Denis) e fu conquistata da Giuseppe Gibilisco nel salto con l’asta.

Fiona May è l’azzurra col maggior numero di medaglie conquistate ai Mondiali, tutte nel salto in lungo: due d’oro (1995 e 2001), una d’argento (1999) e una di bronzo (1997). 

Gli azzurri che hanno conquistato medaglie ai Campionati mondiali di atletica sono:

Oro (11 medaglie / 9 atleti): due vittorie a testa per Maurizio Damilano (20 km marcia/1987 e 1991) e Fiona May (lungo/1995 e 2001); una vittoria ciascuno per Ivano Brugnetti (20 km marcia/1999), Alberto Cova (10.000 m/1983); Michele Didoni (20 km marcia/1995), Giuseppe Gibilisco (2003), Fabrizio Mori (400 hs/1999), Francesco Panetta (3.000 siepi/1987), Annarita Sidoti (10 km marcia/1997).

Argento (15 medaglie / 18 atleti): 4×100 uomini (Tilli, Simionato, Pavoni, Mennea/1983), Alessandro Andrei (Peso/1987), Roberta Brunet (5.000 m/1997), Giovanni De Benedictis (20 km marcia/1993), Antonietta Di Martino (alto/2007), Giuseppe D’Urso (800 m/1993), Andrew Howe (lungo/2007), Fiona May (lungo/1999), Vincenzo Modica (maratona/1999), Fabrizio Mori (400 hs/2001), Francesco Panetta (10.000 m/1987), Giovanni Perricelli (50 km marcia/1995), Elisabetta Perrone (10 km marcia/1995), Ileana Salvador (10 km marcia/1993), Valeria Straneo (maratona/2013).

Bronzo (17 medaglie / 17 atleti): due medaglie per Stefano Baldini (maratona 2001 e 2003), Antonietta Di Martino (alto/2009 e 2011) e Alex Schwazer (50 km marcia 2005 e 2007); una medaglia ciascuno per 4×100 uomini (Puggioni, Madonia, Cipolloni, Floris), Gelindo Bordin (maratona/1987), Ornella Ferrara (maratona/1995), Eleonora Anna Giorgi (20 km marcia/2019), Alessandro Lambruschini (3.000 siepi/1993), Magdalene Martinez (triplo/2003), Fiona May (lungo/1997), Pietro Mennea (200 m/1983), Antonella Palmisano (20 km marcia/2017), Elisabetta Perrone (20 km marcia), Giorgio Rubino (20 km marcia/2009)

Il medagliere dell’Italia
 oroargentoBronzo
Helsinki 83111
Roma 87221
Tokyo 91100
Stoccarda 93031
Goteborg 95222
Atene 97111
Siviglia 99220
Edmonton 01112
Parigi 03102
Helsinki 05001
Osaka 07021
Berlino 09002
Daegu 11001
Mosca 13010
Pechino 15000
Londra 17001
Doha 19001

Eugene e il suo stadio

L’atletica, dunque, sta per vivere l’appuntamento clou del 2022, quello dei Campionati mondiali su pista, a Eugene (USA), dal 15 al 24 luglio. Si tratta, peraltro, di una piazza storica del mezzofondo, che nell’Oregon ha espresso più di una proficua generazione di allenatori: da Hayward a Bowerman, dalle luci e ombre di Alberto Salazar a Jerry Schumacher. Eugene, infatti, è soprannominata dagli appassionati statunitensi di atletica “The track town”, la capitale dell’atletica americana.

Rifatto da capo per l’iridata occasione, il vecchio stadio polivalente e universitario, il mitico “Hayward field” (dedicato proprio al capostipite di questa generazione di tecnici, Bill Hayward, capo allenatore alla University of Oregon dal 1904 al 1947), ha legato la propria fama soprattutto alla figura del mezzofondista Steve Prefontaine, la cui vita si concluse prematuramente nell’incidente in auto non lontano dalla pista, il 30 maggio 1975, quando aveva 24 anni.

L’impianto venne costruito nel 1919 all’interno del campus della University of Oregon e da quel momento è andato incontro a una decina di ristrutturazioni, l’ultima delle quali quattro anni fa, in vista dei Mondiali di Eugene. Lo stadio che ospita le gare dei Mondiali 2022 ha una capienza di circa 30.000 spettatori e si caratterizza soprattutto per una torre-museo di dieci piani e 58 metri di altezza, a forma di torcia olimpica, che fa da sfondo alle gigantografie degli atleti simbolo della squadra degli Oregon Ducks, come Ashton Eaton (decathlon), l’ottocentista Raevyn Rogers e, appunto, Prefontaine.

(Getty Images/World Athletics)

I Campionati mondiali di Eugene 2022 di atletica su pista non sono la prima manifestazione internazionale organizzata all’Hayward field: nel 2014 vennero disputati i Campionati mondiali under 20 e ancor prima, nel 1988, i Campionati mondiali Master. Il meeting “Prefontaine Classic”, inoltre, è da molte stagioni inserito nella Diamond League, il massimo circuito mondiale delle riunioni di atletica.

Stadio e campus sono entrati anche nella storia del cinema: qui vennero infatti girate alcune delle scene memorabili di “Animal House” (1978), il film del regista John Landis che sancì il successo mondiale di John Belushi, che interpretava uno scatenato “Bluto” Blutarsky, leader dei famigerati “Delta”.

Nel mito di Steve Prefontaine

Lo stadio “Hayward field” di Eugene è legato indissolubilmente al ricordo di Steve Roland Prefontaine (19 gennaio 1951-30 maggio 1975), con ogni probabilità il più grande mezzofondista statunitense di tutti i tempi. In 6 stagioni (1970-75) disputò 102 gare su pista e ne vinse 82, misurandosi su distanze che andavano dal miglio ai 10.000 m. Per 14 volte ha stabilito e poi migliorato i primati statunitensi dalle 2 miglia ai 10.000 m. Nei 5.000 m è sceso per dieci volte sotto i 13’30” (all’epoca il record mondiale era il 13’16”6 di Ron Clarke, 5 luglio 1966) e nel miglio ha abbattuto per nove volte il “muro” dei 4 minuti.

steve profontaine
Il cippo in memoria di Steve Prefontaine (foto Francesca Grana)

Questa capacità di performance, però, non si tradusse in un’adeguata raccolta di titoli e vittorie importanti: interpretava anche le gare più prestigiose con una condotta aggressiva, che lo portava a “tirare” al massimo, sempre davanti. Era il suo motto, diventato filosofia di vita per generazioni di atleti: «Dare qualcosa meno del tuo massimo significa sacrificare il dono», ripeteva spesso Prefontaine a chi gli chiedeva il perché di quella condotta di gara troppo generosa, che lo rendeva vulnerabile nel finale.

Questo suo stile fece innamorare il mondo ai Giochi olimpici di Monaco 1972, dove Prefontaine disputò all’attacco la finale dei 5.000 m finendo quarto, preceduto dal finlandese Lasse Viren (primo), dal tunisino Mohamed Gammoudi (secondo) e dall’inglese Ian Stewart, che lo superò all’ultimo metro. Con i suoi 21 anni era il più giovane dei finalisti e dovette, come tutti gli altri, del resto, correre col dolore nel cuore: la finale dei 5.000 m si svolse dopo la strage della squadra israeliana a opera dei terroristi palestinesi di “Settembre nero”.

Lo stadio dei Mondiali 2022 è stato la “casa” di Prefontaine, l’epicentro della sua breve vita. L’atleta era nato non lontano da Eugene, a Coos Bay, piccola città marittima dell’Oregon, popolata da pescatori e taglialegna, e non lontano dall’Hayward field la sua vita si concluse nella notte del 30 maggio 1975, schiacciato dalla sua stessa auto dopo una curva in fondo ai saliscendi di Skyline Boulevard, poche ore dopo l’ultima gara, corsa indossando la canotta della Pro Patria Milano, dono del suo amico Giorgio Rondelli.

La “Rock Pre”, la roccia contro cui si concluse la vita di Steve Prefontaine, è ancora oggi meta di pellegrinaggio di appassionati di tutto il mondo.

Libri e film su Prefontaine – Una vita così romantica e maledetta (“il James Dean dell’atletica” è stato soprannominato) non poteva che ispirare la narrazione. Su Correre n. 367, maggio 2015 (speciale dossier “Pre”, a quarant’anni dalla morte di Prefontaine), Andrea Schiavon ha ricordato che dal cinema ai libri sono tanti i lavori incentrati sulla figura di Steve Prefontaine. Gli sono stati dedicati tre film:

• “Fire on the rock” (1995) documentario impreziosito da una voce narrante d’eccezione, quella di Ken Kesey, autore di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, studente della stessa Oregon University e atteso dal destino a vivere la morte del figlio in un incidente del tutto simile a quello in cui perse la vita Prefontaine.

• “Prefontaine” (1997), una produzione da 8 milioni di dollari distribuita dalla Disney, in cui il campione è interpretato da Jared Leto, poi diventato cantante dei “Thirty Seconds to Mars” e attore da Oscar in “Dallas Buyers Club”.

• “Withouts Limits” (1998), pellicola in cui la parte di Prefontaine era stata inizialmente assegnata a Tom Cruise, ma l’attore rinunciò considerando i propri 36 anni un ostacolo insormontabile per interpretare uno studente di college, rimanendo comunque vicino al progetto come produttore della pellicola (25 milioni di dollari di budget). Il ruolo di Prefontaine fu interpretato da Bill Crudop (poi protagonista di “Big Fish”, di Tim Burton) e quello del suo allenatore, Bill Bowerman, da Donald Sutherland, dopo aver contattato anche Clint Eastwood.

Steve Prefontaine in azione alle Olimpiadi di Monaco 1972 (Foto Olycom)

Ancora più ampia la produzione di libri su Prefontaine:

• “Steve Prefontaine – Rocketman”, scritto dalla sorella del campione, Linda Prefontaine, con Bree Donovan;

• “Pre: The Story of America’s Greatest Running Legend Steve Prefontaine” di Tom Jordan;

• “StevePre: The Unfinished Story of Running Icon Steve Prefontaine” di Golden Krishna;

• “La leggenda del re corridore” di Marco Tarozzi (Bradipolibri).

Per un primo tuffo nel mito di Prefontaine suggeriamo di guardare gli ultimi 1500m della finale dei 5.000 m ai Giochi olimpici di Monaco 1972:

A Eugene nacque la Nike

Negli anni della vicenda sportiva di Prefontaine, Eugene fu teatro anche di un fatto importante per la storia commerciale del running: la fondazione della Nike, azienda leader nella produzione di scarpe e abbigliamento.

Su Correre n. 367, maggio 2015 (speciale dossier “Pre”, a quarant’anni dalla morte di Prefontaine), Filippo Pavesi ha ricordato che la fondazione della Nike fu realizzata dall’allenatore di Steve Prefontaine, Bill Bowerman, e un altro mezzofondista seguito da Bowerman, Phil Knight.

Pavesi ricorda che Phil Knight, già nella sua tesi di laurea in “Business”, ad Harward, aveva ipotizzato la possibilità di rompere il duopolio tedesco Adidas-Puma nelle calzature da atletica. Il suo modello era il successo ottenuto dai giapponesi nel settore delle macchine fotografiche, dove Nikon e altri marchi avevano scalzato il monopolio della tedesca Zeiss.

Per dare seguito alla propria intuizione, nel 1964 Knight aveva cominciato a far produrre in Giappone (paese emergente a basso costo di mano d’opera) delle calzature da corsa con il marchio Tiger, costruite dall’azienda Onitsuka ed evolute nel tempo grazie ai suggerimenti dello stesso Bill Bowerman. Nacque così la Asics-Tiger, successivamente denominata solo Asics (Anima Sana In Corpore Sano). Dopo sette anni di proficua collaborazione, però, il rapporto di fiducia s’incrinò e nel 1971 Knight decise di intraprendere una strada diversa, fondando un nuovo marchio a cui verrà dato successivamente il nome di Nike.

Una delle maggiori innovazioni ideate da Bill Bowerman fu la suola “waffle”, a tacchetti squadrati. Il nome “waffle” (“cialda” in inglese) deriva dal fatto che i primi prototipi della suola furono plasmati da Bill Bowerman “prendendo in prestito” le piastre per cialde dolci utilizzate in cucina dalla moglie e colandoci sopra una miscela di poliuretano.

Rispetto alle suole prodotte fino a quel momento, dal disegno sostanzialmente piano, le suole Waffle avevano il vantaggio di migliorare contemporaneamente sia la tenuta su fondi morbidi, come prato o sentiero sterrato, sia l’ammortizzazione su fondi duri, come l’asfalto. Il tutto grazie alla penetrazione dei tacchetti nel substrato morbido, inserito come intersuola. Le scarpe equipaggiate con queste nuove suole erano comode e ammortizzate, apprezzate per questo dagli atleti, che le chiamavano “Moon shoes”, forse perché le impronte ricordavano quelle da poco lasciate da Neil Armstrong sulla luna.

Il debutto ufficiale del marchio Nike avvenne proprio a Eugene, nel 1972, in occasione dei “trials” di selezione della squadra olimpica per Monaco 1972. Bill Bowerman era all’epoca il capo-allenatore della nazionale di atletica degli USA. D’accordo con Knight, fu individuato in Steve Prefontaine il personaggio giusto per comunicare la filosofia del brand. Prefontaine cominciò a presentarsi in pista con una maglia in cui compariva un gigantesco logo Nike, suscitando le ire dei dirigenti federali dell’atletica statunitense, contrari a ogni forma di sponsorizzazione, a loro dire deleteria per la “purezza” degli atleti. Ne nacque una battaglia d’opinione che fece il giro degli Stati Uniti, recando grande visibilità al marchio Nike.

Parecchi anni dopo, nel ventennale del marchio Nike, Phil Knight dichiarò: «”Pre” era un autentico ribelle, uno che si staccava da un mondo appiattito, un tipo coraggioso, pieno di orgoglio e determinazione. Il suo spirito è una pietra angolare per l’anima di questa azienda.» 

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