L’Uganda è il nuovo serbatoio di talenti nella corsa prolungata. I risultati parlano chiaro: dal campione olimpico e mondiale di maratona Stephen Kiprotich alla squadra che ha dominato le gare iridate di corsa in montagna a Casette di Massa.
Eppure in tutto il Paese, grande come il centro-nord Italia, c’è una sola pista. Quella del Nambole National Stadium di Kampala. Peccato che i campioni non abitino certo tra il cemento della capitale, quella è per i ricchi che fanno jogging sperando di dimagrire.
Lungo strade di terra cancellate dalle piogge, su pulmini-rottame stipati all’inverosimile, dentro lodge con pareti di legno e letame la nostra Francesca Grana è andata a cercare di capire quale sia il segreto di questa nuova Nazione del running. Destinazione: la sponda africana del Tuscany Camp un progetto avviato da Giuseppe Giambrone con la Federazione ugandese di atletica leggera.
Francesca è tornata con un reportage ricco di immagini, storie, sensazioni, emozioni raccontate sul numero di Correre di febbraio.
Un viaggio straordinario che esula spazi e luoghi, per lasciare un interrogativo che percuote l’anima. E dunque è questo il mal d’Africa? Una nostalgia inspiegabile e silenziosa che inizia a montare ancora prima di ripartire? Razionalmente sai di non voler rimanere, ma allora perché è così difficile lasciare?
“Credo che il mal d’Africa sia un problema di tempo, del tempo che là sei costretta a dedicarti”