Il primatista del mondo e campione olimpico degli 800 m, David Rudisha, tornerà alle gare in occasione della terza tappa della IAAF Diamond League a Eugene (sabato 31 maggio), dopo un anno di assenza, per un infortunio al ginocchio.
Alla vigilia, il grande campione keniano, allenato da Padre Colm O’Connell, ha concesso un’interessante intervista a Jurg Wirz, giornalista e collaboratore del sito della Iaaf, che vive in Kenya.
Ecco un estratto dell’intervista:
Aveva in programma di gareggiare a Doha il 9 Maggio. Qual’é la ragione della rinuncia ?
«Una settimana prima di Doha ho svolto la prima sessione di allenamento sulla pista di Iten dopo l’infortunio. Dopo l’allenamento ho sentito un piccolo risentimento muscolare al polpaccio. Nulla di serio ma ho deciso, in accordo con il mio allenatore Colm O’Connell, di posticipare il ritorno alle gare per non rischiare nulla. Ero davvero deluso, perché volevo gareggiare dopo dodici mesi di assenza. Il mio obiettivo è correre il 31 maggio a Eugene. Le mie ultime sessioni di allenamento sono andate bene e sono fiducioso di poter tornare a buoni livelli.»
Qual è il suo giudizio della gara di Doha?
«È stata una gara eccitante, conclusa con un grande finale tra Mohamed Aman e Nijel Amos. Mi sarebbe piaciuto gareggiare, ma alla fine è stato meglio pazientare e continuare la mia preparazione per altre tre settimane. Sono consapevole che la gente si aspetta molto da me e non posso permettermi di gareggiare quando non sono ancora pronto. Una cosa è certa. Non cambierò la mia tattica di gara. Continuerò a fare gara di testa da front runner come ho sempre fatto.
«È stato molto difficile, dal punto di vista psicologico, dover stare fermo per tanto tempo e non potermi dedicare allo sport che amo. La cosa più difficile è stato vedere gli altri allenarsi e gareggiare. Non sapevo quanto sarebbe durato l’infortunio e se sarei riuscito a ritornare allo stesso livello di prima. Ho dovuto imparare a essere paziente.»
Dopo l’infortunio ha trascorso molto tempo a Tubingen, nella città dove vive il suo manager James Templeton.
«È vero. Dopo l’infortunio ho trascorso delle settimane in Germania per sottopormi ad alcune terapie. Dopo una fase di allenamento in Kenya ho trascorso un periodo di riposo. Il problema non è scomparso e sono tornato a Tubingen. In ottobre ho subito un intervento. Non hanno riscontrato fortunatamente alcun danno al menisco. Al ritorno in Kenya ho avvertito ancora dei dolori.»
Per quanto tempo non è riuscito a correre?
«Ho provato a riprendere a correre a dicembre, ma il dolore non era ancora scomparso. Così sono tornato a Tubingen in gennaio e febbraio. Soltanto dall’inizio di marzo ho ripreso a correre gradualmente con corse blande di 20 minuti. Successivamente ho intensificato arrivando a correre 30 minuti. Ho introdotto fartlek e lavori veloci»
Ha svolto allenamenti alternativi per tenersi in forma ?
«Mi sono allenato in palestra per due-tre ore al giorno facendo esercizi specifici per rinforzare il ginocchio. È stato più stancante che durante una sessione di allenamento in pista. In quei momenti la motivazione ha toccato un punto molto basso. L’infortunio è guarito, ma è ancora presente nella testa a livello psicologico. Solo nelle ultime tre settimane ho iniziato a provare buone sensazioni, ma una buona sessione di allenamento non potrà mai sostituire una gara.
Cosa ne pensa di Mohamed Aman che in sua assenza ha vinto il titolo mondiale a Mosca e ha corso in 1’42”37 a Bruxelles ?
«Mohamed è un grande campione. E’ stato l’unico a battermi due volte negli ultimi quattro anni. Negli 800 m ci sono grandi atleti. Oltre a Aman, anche Nijel Amos e Duane Solomon hanno fatto bene nelle ultime due stagioni. Non vedo l’ora di gareggiare contro di loro a Eugene.»
Che obiettivi ha per questa stagione ?
«La cosa importante è tornare a buoni livelli. Vorrei correre ai Giochi del Commonwealth. E’ l’unica medaglia che manca nella mia collezione. A fine stagione mi piacerebbe correre un buon tempo a Zurigo, un meeting che amo per il suo pubblico straordinario. Nel 2012 fui battuto da Aman ma ero troppo stanco dopo le Olimpiadi. E’ ancora troppo presto per parlare di questo. Bisogna vedere come andranno le prime gare prima di pianificare il resto della stagione».