La costruzione di un amore / spezza le vene delle mani / mescola il sangue col sudore / se te ne rimane. Parole di Ivano Fossati, che nel 2012 ha detto stop alla musica. Le sporco un po’ per osservare che anche un giornale è così: fatto di vene spezzate, sangue e sudore, è un lavoro che prosciuga, se ci si mette passione. E se ci si ostina a non cedere all’egemonia dei redazionali e dei comunicati stampa, alla tentazione del copia e incolla o all’inflazione di scriventi e comunicanti, soprattutto di sé scriventi e di sé comunicanti, che censuro con affetto, chiedendo loro misura. È il viaggio della parola. È il segno del nostro tempo.
La parola è una moneta che ha subito una forte inflazione. La parola scritta, poi, è stata umiliata due volte. Prima dalla dittatura della velocità, quando dagli anni ’80 ogni pagina ha cominciato a nascere già vecchia, spenta dal telegiornale della sera prima. Poi dalla dittatura del consenso: su facebook si clicca “mi piace”, a me piacerebbe poter cliccare “mi interessa”. E il viaggio della parola è il nostro viaggio. Naviganti avvisati di dover di nuovo imparare a navigare, usando meno parole, usandole meglio, calibrando, modulando, differenziando: così sulla carta, così sul digitale, così invece sul web. Immagini, segni, nuova semantica, perdonate la parolaccia. Con una voce sarcastica che ci canta dall’orizzonte: “Chi non sa stare al tempo, prego andare”. Forse l’avete già capito, ma sto girando attorno al pudore di dirvi che avete, tra le mani o sotto ai polpastrelli, un nuovo Correre, per questo 2013 che è già qui, con lo stesso vizio del 2012, quello di volare via. È questo il nostro viaggio, che ha senso solo se continua a essere anche il vostro. Ce la stiamo mettendo tutta. Anzi: ce l’hanno messa tutta: la redazione, innanzitutto, cioè Corrado, Chiara e Cristina senza le cui idee sarei ancora davanti a un foglio bianco; l’ufficio grafico, cioè Giancarlo, per Panorama, Fabrica e tanto altro, Roberto per la copertina e Anima Sana, e con loro Edoardo, Gianmarco e Laura, perché se Armstrong è tornato a casa, è perché Collins ha continuato a girare attorno alla Luna (Grazie, Neil, la Luna ti sia lieve). A loro dico “grazie” e “grazie” dico anche alle nostre bandiere, a cui ho chiesto cambi e cose nuove in tempi stretti. Spendo due nomi: grazie, Orlando, grazie Julia. Panorama si apre con le sue parole, perché dentro c’è lo spirito del nostro viaggio. Il direttore si dedica in prima battuta ai lettori. Se non lui, chi? E grazie a Franco Fava, primo storico animatore di questa testata, con Marco Sbernadori e Antonio Brazzit. La novità è anche che abbiamo un passato da non disperdere (dico bene, Augusto e Danilo?), e un Cuorematto, “matto”, ma non “da legare”. Vedetta, a che punto è la notte? La notte, udite, sta per finire / ma il giorno ancora non è arrivato. Parole di Francesco Guccini, che nel 2012 ha detto stop alla musica. Voi, invece, spingete il tasto play e andate oltre. C’è un nuovo Correre che vi aspetta. Buon 2013.