La diciannovenne mezzofondista vicentina Federica Del Buono ha ricevuto il Premio Atletica Candido Cannavò, succedendo a nomi che hanno fatto la storia dell’atletica italiana e internazionale, come Stefano Baldini, Antonietta Di Martino, Sebastian Coe e Yelena Isinbayeva.
Il riconoscimento, istituito dal presidente dalla Bracco Atletica, Franco Angelotti, in ricordo dello storico direttore della Gazzetta dello Sport, è stato consegnato alla giovane mezzofondista azzurra alla presenza del Presidente della Fidal Nazionale Alfio Giomi, del Presidente della Fidal Lombardia Maria Grazia Vanni, del Presidente del Comitato Regionale Lombardo del CONI e della Dottoressa Diana Bracco.
Tra le motivazioni, ricordiamo: “Nello sport un’emozione fra le più intense é vedere sbocciare un talento. Talento che si intuisce dall’eleganza della corsa, quando l’armonia del gesto ha la magica capacità di nascondere la potenza necessaria e la fatica. Federica Del Buono è stata capace di stupire anche se stessa, diventando la miglior speranza dell’atletica azzurra. A soli 19 anni si è continuamente migliorata su 800 e 1.500 m, sino ad approdare a livelli di assoluto valore internazionale. Da fine conoscitore qual era Candido Cannavò, se ne sarebbe velocemente innamorato. Perché Federica non è solo numeri e risultati, in pista lotta sempre, non si dà mai per vinta. La sua corsa emana gioia. E questa è l’essenza dell’atletica perché il talento, quelo puro, valica i confini di una specialità, sa calamitare l’attenzione anche di chi non è appassionato. Sarà lei nei prossimi anni la miglior ambasciatrice dell’atletica italiana”.
Candido Cannavò, vero uomo di sport e persona di grandi valori umani, si sarebbe sicuramente emozionato se lo scorso agosto avesse potuto ammirare la giovane vicentina nella splendida finale europea dei 1.500 m, al Letzigrund di Zurigo, dove è stata capace di ottenere un magnifico quinto posto, con l’allora record personale di 4’07”49. Nella sua prima finale in una grande manifestazione internazionale. Nel corso della stagione la Del Buono è poi riuscita a scendere sino a 4’05”32 nei 1.500 m (settima migliore prestazione italiana all-time) e a 2’00”58 (sesta migliore prestazione italiana all-time) negli 800.
Federica, che cosa rappresenta per te il Premio Cannavò?
“Vedere il mio nome affiancato a campioni come Stefano Baldini, Sebastian Coe e Yelena Isinbayeva mi onora molto. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma so che era una persona di grande umanità e molto vicino ai giovani. È un’ulteriore dimostrazione della fiducia riposta nei miei confronti, mi spinge ad andare ancora più forte. La passione per l’atletica l’ho ereditata dai miei genitori, così come la grinta e la voglia di non arrendermi mai. Sono maturata molto dopo gli infortuni che mi hanno costretto a fermarmi nel 2013: mi hanno reso più forte”.
Cosa ti aspetti dal 2015 ?
“In molti si aspettano una riconferma, ma questo non mi spaventa: sotto pressione sono in grado di dare il massimo. Disputerò qualche campestre, a cominciare dalla gara di Levico Terme, ma non farò gli Europei di cross. Punterò sugli Europei indoor di Praga (6-8 Marzo), sperando di regalare ancora tante emozioni all’atletica italiana. Lavorerò di più sugli 800 m, che quest’anno ho un po’ trascurato, ma l’obiettivo principale saranno ancora i 1.500 m”.
Ti aspettavi i risultati del 2014 ?
“A inizio stagione mi ero posta come obiettivo di correre gli 800 in 2’03” e i 1.500 in 4’10”. A Zurigo ero una delle più giovani e avevo uno degli ultimi tempi di accredito: sapevo di avere tanto da guadagnare da questa esperienza. In finale avrei potuto ottenere un piazzamento migliore se fossi partita prima, ma ho pagato l’emozione del mio primo grande appuntamento internazionale. Molte delle mie avversarie le avevo viste soltanto in televisione, mi sembravano su un altro pianeta. Prima degli Europei le Olimpiadi mi sembravano un miraggio, ora sono un sogno meno lontano. L’emozione più grande, comunque, rimane quella di rendere orgogliosa mia madre”.
La madre-allenatrice è Rossella Gramola, avversaria di Gabriella Dorio e mezzofondista azzurra dal 1976 al 1984, con personale di 2’07” sugli 800 e di 4’18” sui 1.500 m. Queste le sue parole dopo la premiazione della figlia: “Ringrazio tutti per la simpatia che provate nei confronti di Federica. Sono orgogliosa di sostenere mia figlia. Non mi aspettavo davvero che potesse migliorare così tanto nel corso dell’ultima estate. Già alla prima gara mi ha tolto il record di famiglia, correndo in 4’16”. La sorpresa più grande è stata vederle correre gli 800 in 2’00”58, gara che non avevamo assolutamente preparato”.