Eskilstuna 2015, il nostro Diario – 4 – Tristi per una medaglia

Eskilstuna 2015, il nostro Diario – 4 – Tristi per una medaglia

18 Luglio, 2015

Oggi la sala stampa me la godo fino in fondo. Starò qui fino a tardi. C’è da raccontare di una medaglia per cui sembrano tutti essere tristi. Sto addentando una mela come se non mangiassi da una settimana, nell’aria c’è una tensione che in qualche modo deve essere sfogata.

Yeman Crippa, il campione europeo Juniores di cross in carica, è arrivato terzo nella finale dei 5.000 m. Al termine di una gara strana, tirata in buona parte dal compagno Pietro Riva, ma con troppe incursioni in seconda, terza corsia senza che si tramutassero in cambi di ritmo decisivi. Una gara in cui scalpitava, ma gli è stato consigliato di aspettare. Troppo vento in faccia, probabilmente, ma come fermare l’impazienza di un ragazzo di nemmeno vent’anni che ha vinto molto ma che ha ancora tutto da dimostrare?

Lo scorso anno ai Mondiali di Eugene era stato finalista nei 1.500 m, al primo anno di categoria. Logico supporre che si fosse caricato, nel senso di gravato, di troppe aspettative. Due giorni prima un tuo compagno di squadra fa un capolavoro nei 10.000 m e diventa improvvisamente la stella che tutti vogliono fotografare, logico supporre che un po’ di nervosismo possa aver minato la sua concentrazione.

Nell’aria c’è un’agitazione difficile da spiegare, le parole mancano come quando vorresti cambiare ritmo, ma le gambe proprio non se la sentono di allungare. La finale dei 5.000 m è stata come ovattata, tutti in attesa di una svolta che non è arrivata. O meglio, è arrivata ma non come si sperava. Ultimo giro assassino e Yeman sul gradino più basso del podio, dopo che aveva preso lui l’iniziativa nell’ultimo mille.

Proprio a ridosso degli Europei aveva perso una decina di giorni di allenamento a causa di un fastidio al ginocchio, ci sarebbe anche da vedere il bicchiere mezzo pieno. «Hai scoperto il duro lavoro di chi parte come favorito» la seppur dura consolazione di Stefano Baldini, responsabile federale del settore giovanile. «Tutti ti aspettano, ti controllano, provano a chiuderti» prosegue il campione olimpico… esattamente quello che è successo.

14’34”42 il crono del vincitore, l’inglese Alex George, pochi centimetri e tutta esplosività. Staccato di 15 centesimi la medaglia d’argento, il belga Simon Debognies. 14’35”39 il tempo dell’italiano, tutti vicinissimi. Ottavo posto per il fresco campione europeo dei 10.000 m, Pietro Riva, teneramente sorpreso che le gambe non girassero facili come nelle giornate migliori. Sai com’è, 48 ore fa ti sei sciroppato 25 giri sul piede dei 3’ al km, con l’ultimo mille poco sopra i 2’40”!

Difficile non pensare che il bilancio di Yeman per questa stagione agonistica non sia comunque positivo: due ori continentali nel cross, uno individuale e uno a squadre, primati personali avvicinati e ritoccati, cui ora si è aggiunto un bronzo su pista. Si sa, i fuoriclasse è giusto che non si accontentino mai, ma forse tra qualche anno avrà il giusto distacco per apprezzare anche questa non-vittoria.