Editoriale gennaio 2.0 – Sognare sudando

Editoriale gennaio 2.0 – Sognare sudando

30 Dicembre, 2014

“Cosa rappresenta per te Correre?” Questa la domanda diretta spuntata sulla nostra pagina Facebook una domenica di fine autunno. In tanti avete risposto che per voi la corsa è sinonimo di libertà, se non addirittura essenza stessa della vita. A colpire, però, sono state anche quelle risposte un po’ fuori dal coro, non perché sovversive, semplicemente perché meno filtrate.

Correre è finire un allenamento con più energie di quando lo si ha iniziato. Correre è il pensiero di ciò che ti attende, mentre stai ancora facendo colazione ma già pensi al “Mi metto le scarpette e poi vado”.

Ci sono poi quelli per cui Correre assume i tratti concreti della rivista che state sfogliando, quella che “Mi ha fatto conoscere prima sulla carta e poi di persona il magico Orlando Pizzolato”. Correre è l’occasione per concedersi una birra a cuor leggero… “ma solo per reintegrare, eh!”. Correre è il modo più economico per mantenere un aspetto fisico accettabile. È il vento che ti schiaffeggia mentre allunghi.

Correre è la solidarietà sancita a suon di commenti tra podisti che hanno subito lo stesso infortunio. Correre è la nostalgia per ciò che è stato e che proprio correndo in qualche modo riemerge. O forse è la tristezza per sogni e aspirazioni atletiche che in fondo sappiamo essere irrealizzabili, ma provarci è bello lo stesso.

Correre è la semplicità assoluta, è tornare bambini e liberare la mente. È “ascoltare te stesso, il tuo corpo, i tuoi passi e il tuo cuore”, forse è vero che il senso scorre dentro al silenzio, cantavano. Correre è stare soli e scaricare le tensioni, è darsi appuntamento in amicizie cementate dal sudore. Correre insegna a essere pazienti, perché lo sai che saper aspettare e preservarti per gli ultimi chilometri di un medio è poi solo un allenamento per la vita.

“Quando corro mi dimentico di mia moglie… impagabile!”, sarebbe carino sapere cosa sfiora la moglie quando sbuffa facendo ginnastica, in palestra o in qualsiasi altro posto.
Correre è darsi una chance, è credere in se stessi e “sognare di poter ricominciare”. È “la vita nel verde, inspirare l’azzurro ed espirare il grigio che ho dentro”. È “un gran sole anke qnd piove”. Chapeau.

C’è chi corre per riuscire a prendere decisioni, c’è chi corre e non se lo sa spiegare e in un attimo ecco che è diventato indispensabile. È un istinto che ci sostiene? È un’emozione senza nome? Correre è competizione, ma è anche uno spazio tutto e solo nostro, e forse è questa la ragione che ci invita a continuare.

Correre è un po’ come scappare, ma forse è proprio una fuga ciò che serve a “conoscerci per migliorarci”. Correre è il coraggio di abbandonare il cronometro e smettere di correre contro il tempo: non più “quanti km ho corso, ma quante sensazioni ho provato”. Una bella differenza.
Correre è sognare sudando, è conoscervi. Gloriana B., grazie per lo splendido titolo che ci hai regalato, che diventa il nostro augurio per un 2015 tutto di corsa.