“Cosa rappresenta per te Correre?” Questa la domanda diretta spuntata sulla nostra pagina Facebook una domenica di fine autunno. In tanti avete risposto che per voi la corsa è sinonimo di libertà, se non addirittura essenza stessa della vita. A colpire, però, sono state anche quelle risposte un po’ fuori dal coro, non perché sovversive, semplicemente perché meno filtrate.
Correre è finire un allenamento con più energie di quando lo si ha iniziato. Correre è il pensiero di ciò che ti attende, mentre stai ancora facendo colazione ma già pensi al “Mi metto le scarpette e poi vado”.
Ci sono poi quelli per cui Correre assume i tratti concreti della rivista che state sfogliando, quella che “Mi ha fatto conoscere prima sulla carta e poi di persona il magico Orlando Pizzolato”. Correre è l’occasione per concedersi una birra a cuor leggero… “ma solo per reintegrare, eh!”. Correre è il modo più economico per mantenere un aspetto fisico accettabile. È il vento che ti schiaffeggia mentre allunghi.
Correre è la solidarietà sancita a suon di commenti tra podisti che hanno subito lo stesso infortunio. Correre è la nostalgia per ciò che è stato e che proprio correndo in qualche modo riemerge. O forse è la tristezza per sogni e aspirazioni atletiche che in fondo sappiamo essere irrealizzabili, ma provarci è bello lo stesso.
Correre è la semplicità assoluta, è tornare bambini e liberare la mente. È “ascoltare te stesso, il tuo corpo, i tuoi passi e il tuo cuore”, forse è vero che il senso scorre dentro al silenzio, cantavano. Correre è stare soli e scaricare le tensioni, è darsi appuntamento in amicizie cementate dal sudore. Correre insegna a essere pazienti, perché lo sai che saper aspettare e preservarti per gli ultimi chilometri di un medio è poi solo un allenamento per la vita.
“Quando corro mi dimentico di mia moglie… impagabile!”, sarebbe carino sapere cosa sfiora la moglie quando sbuffa facendo ginnastica, in palestra o in qualsiasi altro posto.
Correre è darsi una chance, è credere in se stessi e “sognare di poter ricominciare”. È “la vita nel verde, inspirare l’azzurro ed espirare il grigio che ho dentro”. È “un gran sole anke qnd piove”. Chapeau.
C’è chi corre per riuscire a prendere decisioni, c’è chi corre e non se lo sa spiegare e in un attimo ecco che è diventato indispensabile. È un istinto che ci sostiene? È un’emozione senza nome? Correre è competizione, ma è anche uno spazio tutto e solo nostro, e forse è questa la ragione che ci invita a continuare.
Correre è un po’ come scappare, ma forse è proprio una fuga ciò che serve a “conoscerci per migliorarci”. Correre è il coraggio di abbandonare il cronometro e smettere di correre contro il tempo: non più “quanti km ho corso, ma quante sensazioni ho provato”. Una bella differenza.
Correre è sognare sudando, è conoscervi. Gloriana B., grazie per lo splendido titolo che ci hai regalato, che diventa il nostro augurio per un 2015 tutto di corsa.