Dall'Ucraina a Ferrara, fuga dai kalashnikov

Dall'Ucraina a Ferrara, fuga dai kalashnikov

07 Giugno, 2016

Sul tavolino del bar Olek, 31 anni, apre un quaderno a quadretti con tutta la sua storia sportiva, allenamenti, gare. E’ tutto annotato a biro meticolosamente.Comincia così la storia che Saverio Fattori ha raccolto a Ferrara intervistando Oleksandr Vaskovniuk, in Italia dall’agosto 2015 .

Il diario racconta di un atleta di buon livello arrivato in Italia per raggiungere la madre, che lavora qui come badante. Di una vita normale, poi segnata dallo scoppio della guerra civile con la Russia e dallo status, come tanti, di rifugiato. E di un nuovo inizio sulle strade emiliane. Fatto di distanze più lunghe. Non senza punti oscuri, ma con lo sguardo ben rivolto al futuro.

Nel 2014 ha inizio la guerra dell’Ucraina orientale, lui ha firmato per uscire dalla ferma militare, ma i ragazzi con la sua preparazione servono, e non a correre: il pericolo, molto concreto, è quello di essere chiamati a mettere in pratica le esercitazioni con il kalashnikov, che pure Olek ha svolto, e con ottimi risultati, ma al poligono. Anche quello era solo uno sport, il rischio di essere chiamato a combattere fa paura e la madre riesce a farlo arrivare in Italia.

Quando arriva a Ferrara Oleksandr è appesantito, pesa 82kg, non corre da due anni e nemmeno ci pensa più. Poi in piazza Castello vede l’arrivo di una gara, è La Dieci Miglia probabilmente, controlla sul display il tempo dei primi, 58’. Ripensa al suo passato da atleta e capisce che in fondo in Italia non vanno così forte… E succede così che in Olek si riaccende, luminosissima, la spia della corsa: riprende gli allenamenti e i risultati arrivano in fretta, oggi pesa 62 chili e a Ferrara lo conoscono tutti: ha iniziato a vincere.

Leggi tutta la storia raccolta da Saverio Fattori su Correre di giugno.