All’inizio di ogni inverno, guardando i miei simili (e soprattutto me stesso) mi chedo sempre se la legge del letargo non valga anche per gli uomini. Perché mentre il sole si muove sempre più basso sulla linea dell’orizzonte e le ore di luce diminuiscono progressivamente, anche la voglia di allenarsi subisce una caduta verticale.
Così parla Pietro Trabucchi, esperto in psicolgia dello sport, sul numero di Correre di dicembre. “In realtà un certo grado di abbassamento del tono dell’umore nei mesi invernali è considerato normale – ci spiega – Si ha meno voglia di fare (e quindi anche di correre) e ci si sente più apatici”.
Di fatto il passaggio alla stagione fredda può comportare disturbi dell’umore molto marcati, che si accompagnano a modificazioni ormonali e comportamentali. L’esposizione ai raggi solari e alla luce intensa favorisce la secrezione della seratonina, il neurotrasmettitore del buon umore e, al contrario, inibisce la produzione di melatonina, l’ormone promotore del sonno.
Questa diminuzione sarebbe a sua volta responsabile dell’abbassamento del tono dell’umore, che si accompagna a minore voglia di fare, svogliatezza e pigrizia. E ne fanno le spese, naturalmente, anche la motivazione e il rendimento del runner.
Come spezzare questo circolo vizioso? “Sforzandoci di vincere la pigrizia e continuando ad allenarci come prima” ci spiega Trabucchi attraverso gli esiti di una ricerca americana.
Orsù quindi, non ci sono scuse: quando vi viene il magone guardando i rami secchi e l’occhio indulge alla lacrima facile, mettetevi le scarpette! Vi sembrerà che sia tornata la primavera.