Su Correre di aprile, 22 pagine sono dedicate alle presentazioni delle collezioni abbigliamento della primavera-estate. Nelle immagini scattate da Paolo Codeluppi, i nostri modelli indossano uno dopo l’altro i capi di 21 aziende attive nel mondo running. Sfogliando il servizio si ha l’impressione che progressivamente, stagione dopo stagione, le aziende abbiano sgretolato un po’ alla volta il muro che divideva l’abbigliamento tecnico (il cosiddetto “active”) da quello per il tempo libero ispirato allo sport (“lifestyle”). Mai in modo così marcato come in queste collezioni primavera-estate 2018, però, “Active” e “lifestyle” si fondono in una sola proposta, che sembra guardare al passato come a un mondo strano in cui, non ci ricordiamo più perché, per allenarci e gareggiare dovevamo indossare capi dai “logo” enormi e dai colori uniformi e sgargianti, come divise da lavoro di epoca proto-industriale.
Estetica e tecnica insieme
Oggi il lato estetico della produzione non è più in opposizione rispetto al lato tecnico: le aziende possono disporre di fibre sintetiche molto versatili, che permettono di garantire prestazioni differenti in un unico prodotto rispettandone tanto la necessità d’uso quanto le linee della creatività, direttamente con i propri laboratori di ricerca o tramite fornitori che operano da sempre sul fronte dell’innovazione, evolvendo di continuo le possibilità offerte da poliammide e poliestere, due delle fibre più utilizzate nei capi sportivi. La formulazione dei polimeri per uso tessile oggi è in grado di aggiungere al capo di abbigliamento running anche un elemento di attrazione che sta conquistando importanza nel marketing: il piacere del tatto.