Potenziali patologie legate alla corsa lenta
Sono situazioni dove la corsa lenta può esaltare alterazioni biomeccaniche significative. Il mix dei due elementi può portare ad infiammazioni prima ed a patologie da sovraccarico nel tempo.
- Sindrome della bendelletta ileo tibiale. E’ una infiammazione di strutture legamentose sul lato esterno del ginocchio dovuto ad una eccessiva intrarotazione della tibia nella fase di appoggio del piede
- Infiammazione del tibiale posteriore. E’ dovuta ad un eccesso di stiramento dello stesso tendine quando il piede prona troppo. Il contenimento di tale movimento è affidato al tibiale posteriore e quindi alla sua contrazione che limita tale escursione mediale
- Periostite della tibia. Il meccanismo è lo stesso ma è l’inserzione prossimale del tibiale posteriore a farne le spese con l’interessamento della porzione periostale dell’osso a livello della tibia. I tempi di recupero possono essere spesse volte lunghi per la tipologia del danno osseo.
- Infiammazioni del tendine di Achille al terzo medio. Sono legate all’allungamento dello stesso tendine con punti di trazione non fisiologici che portano a squilibri con aree del tendine più sollecitate di altre perché lo stiramento non è omogeneo
- Fasciti plantari. E’ in particolare la porzione mediale della fascia, quella facente capo al muscolo abduttore dell’alluce che può essere stirata sistematicamente in eccesso ai ritmi molto lenti. La sofferenza può poi manifestarsi nel punto di inserzione della fascia sul calcagno associandosi nel tempo alla formazione delle cosiddette spine calcaneari.
Come comportarsi
Le precauzioni basiche sono quelle di utilizzare scarpe più stabili ai ritmi lenti e, nei casi nei quali è evidente un difetto di appoggio, ricorrere ad ortesi plantari correttive di livello, meglio se elaborate con i sistemi cad-cam.