Sarà un’Italia multietnica quella per il Campionato europeo per nazioni. Una frase che abbiamo sentito e letto più volte negli ultimi giorni. Al termine della prima giornata delle gare di Gateshead la nostra formazione era più che altro un’ Italia invisibile, dopo la seconda, la visibilità, seppur di poco, è migliorata, ma rimane sempre, anche a livello europeo, una nazione con poche punte in grado di ottenere successi e punti che possano portare in alto la nostra squadra. Gli azzurri di Massimo Magnani chiudono al settimo posto (sulla carta ci davano ottavi) davanti alla Spagna di 9 punti e dietro staccati dall’Ucraina di 40. La Coppa è andata alla Russia dopo una lotta punto a punto sulle Germania, staccata di 7 lunghezze, terza la Gran Bretagna a 9 dai tedeschi. Nessuna vittoria individuale, solo due secondi posti, tra l’altro entrambi maturati al coperto, vista la pioggia insistente e fredda che ha intirizzito un po’ tutti, convincendo gli organizzatori ad allestire le gare sotto tetto. Giuseppe Gibilisco e Alessia Trost hanno guadagnato la piazza d’onore rispettivamente nell’asta e nell’alto. Per l’antico campione del mondo una sorta di rosolio per proseguire nella stagione con un discreto 5,60 m, battuto niente di meno che da Renaud Lavillenie. Per Alessia la conferma che al coperto, almeno per ora, ha fatto vedere le cose migliori: perfetta (senza errori) sino a 1,92 m, con tre falli a 1,95 m. Un buon risultato non c’è che dire. Per il resto, una serie di quarti posti (ipotetiche medaglie di cartone) come quelle di Libania Grenot nei 200 m in 23”29, di Chiara Rosa nel peso con 17,18 m e di Elena Romagnolo nei 5.000 m (condotta di gara assai accorta) in 15’43” e di Manenti nei 200 m in 20”78, poi il quinto di Giordano Benedetti negli 800 m in 1’48”09 e di Veronica Borsi nei 100 hs in 13”01 e il sesto di Emanuele Abate in 13”40 negli ostacoli alti. Deludono nei 3.000 m Daniele Meucci (c’è qualcosa che non va), nono in 8’06”, in una gara condotta a ritmi non proibitivi, così pure Yuri Floriani nelle siepi con un modesto 8’50”63, settimo. In gara si è visto anche il campione Europeo Christophe Lemaitre nei 200 m vinti in 20”27, con un discreto rettilineo finale. Va in archivio anche questa manifestazione che non ha di certo scaldato i nostri cuori, forse si potrebbe tornare all’antico con una formula diversa: non con 12 squadre, ma con otto, regolamento che è rimasto in vigore sino al 2008, mentre per quanto riguarda i nostri colori, anche se la stagione è giovane e mancano ancora molti appuntamenti, pare affievolita la spinta progressiva della nuova gestione. In altre parole stiamo tornando nella normalità più assoluta. I nuovi innesti debbono ancora mostrarsi. Speriamo.(W.B.)
La cronaca – I due secondi posti di Alessia Trost (1,92 m nel salto in alto) e di Giuseppe Gibilsco (5,60 m nel salto con l’asta) e il terzo posto di Simona La Mantia (13,99 m nel salto triplo) sono stati i migliori piazzamenti della squadra italiana nella quarta edizione del Campionato europeo per nazioni disputato a Gateshead, cittadina del Nord Est della Gran Bretagna vicina a Newcastle. L’Italia si è classificata settima recuperando una posizione sulla Spagna nel derby latino nel corso della seconda giornata.
La Russia ha vinto il duello con la Germania per soli sette punti (354,5 contro 347,5) al termine di una bella lotta rimasta incerta fino a due gare dalla fine. Il duello si è deciso in favore dei russi che hanno conquistato il secondo posto nella 4×400 (alle spalle dei padroni di casa della Gran Bretagna) e la vittoria di Mariya Kuchina nel salto in alto con 1,98 m davanti alla rivale di mille battaglie giovanili Alessia Trost in una gara disputata in un palazzetto indoor adiacente allo stadio a causa della pioggia caduta abbondantemente.
Il vento nella prima giornata e la pioggia nella seconda hanno fortemente condizionato i risultati delle gare anche se non sono mancati alcuni buoni risultati tecnici come l’8,36 m del russo Aleksander Menkov nel salto in lungo, il 50”50 della capitana della squadra britannica Perry Shakes Drayton (un risultato davvero formidabile per una specialista dei 400 a ostacoli che quest’inverno ha vinto gli Europei Indoor sui 400 m), il bel 85,99 m nel giavellotto del russo Dimitry Tarabin, il 13”19 ventoso del figlio d’arte Sergey Shubenkov nei 110 a ostacoli, il 10”28 con addirittura -4.1 m/s di vento contrario dello sprinter francese Jimmy Vicaut sui 100 m, il 20”28 ventoso (+2.4 m/s) di Christophe Lemaitre sui 200 m sotto la pioggia (seconda vittoria consecutiva in questa manifestazione) e il 74,31 m della tedesca Betty Heidler nel martello femminile.
Il personaggio copertina della manifestazione è stato indubbiamente il doppio campione olimpico Mo Farah. Il fuoriclasse britannico di origine somala ha stupito tutti con un 400 m finale cronometrato in un’incredibile 50”89 dopo una gara lentissima condotta ad andatura turistica fino all’ultimo giro come testimoniato dal tempo finale di 14’10”00, un solo secondo meglio del record del mondo femminile.
Il mezzofondo britannico ha trovato una giovane stella, Jessica Judd.La diciottenne atleta, allenata dall’ex mezzofondista Rob Denmark, ha entusiasmato il folto pubblico di casa con una vittoria straorinaria in 2’00”82 davanti alla russa Ekaterina Scharmina. Judd è stata medaglia d’argento ai Mondiali juniores di Barcellona dello scorso anno e punta a vincere quest’anno agli Europei Juniores di Rieti.
Il mezzofondo italiano ha dato segnali positivi nella seconda giornata con Margherita Magnani nei 1.500 m, Giordano Benedetti negli 800 m ed Elena Romagnolo nei 5.000 m.
Merita un applauso particolare Margherita Magnani, che ha concluso la sua bella prova in 4’11”01 battendo di un centesimo di secondo la quotata britannica Hannah England (argento ai Mondiali di Daegu) lottando fino alla fine. La gara è stata vinta dalla russa Ekaterina Sharmina con 4’08”86.
Giordano Benedetti, sesto nella lista italiana all-time con 1’44”67 ottenuto al Golden Gala di Roma, é emerso sul rettilineo finale recuperando fino al quinto posto negli 800 m in 1’48”09 nella gara vinta dal polacco Adam Kszczot in 1’47”27 sul keniota naturalizzato turco Tanui Ozbilen.
Brava anche Elena Romagnolo che si è lanciata all’inseguimento del gruppo di testa a tre giri dalla fine ed è stata superata solo nei metri finali nela lotta per il quarto posto dalla spagnola Plà. Yuri Floriani ha lottato fino a metà gara nei 3.000 siepi ma nulla ha potuto quando il turco di origini keniote Tarik Langat ha lanciato l’attacco decisivo che gli ha permesso di vincere in 8’36”25. Il siepista trentino, finalista olimpico a Londra, ha hiuso al settimo posto in 8’50”36. Daniele Meucci si è spento sul rettilineo finale nel volatone conclusivo dei 3.000 m chiudendo nono nella gara vinta dal francese Boubdallah Tahri in 8’05”31.
In chaive italiana Alessia Trost ha fatto sperare gli appassionati italiani quando ha superato tutte le misure fino a 1,92 m al primo tentativo, ma si è dovuta arrendere a 1,95 m anche se è andata vicinissima a superare questa misura all’ultimo tentativo. La pordenonese allenata da Gianfranco Chessa ha condiviso il secondo posto con la polacca Kamila Stepanyuk. Mariya Kuchina, campionessa olimpica giovanile a Singapore 2010 davanti alla Trost e argento, sempre davanti alla nostra saltatrice, ai Mondiali allievi di Bressanone 2009, ha superato prima 1,95 m e poi 1,98 m.
Nello stesso impianto indoor è stata confinata anche la gara del salto con l’asta, dove Giuseppe Gibilisco ha ritrovato l’antico splendore e ha superato 5,60 m al secondo tentativo. Il trentaquattrenne siracusano è stato battuto solo dal grande Renaud Lavillenie che ha valicato l’asticella a 5,77 m, ma ha preceduto il fortissimo tedesco Bjorn Otto.
Simona La Mantia non è andata oltre 13.99 nel triplo, ma è bastato per arrivare terza nella gara dominata dalla campionessa mondiale Olga Saladukha con 14,49.
La primatista italiana dei 100 a ostacoli, Veronica Borsi, si è ben comportata chiudendo quinta in 13”01. In questa gara la britannica Tiffany Porter ha fatto segnare un eccellente 12”62 con vento a favore oltre la norma.
Bene anche Emanuele Abate, che ha migliorato il suo record stagionale nei 110 a ostacoli con 13”49 con vento di +1.3 m/s. Peccato che l’ostacolista allenato da Pietro Astengo non sia stato inserito nella serie migliore vinta da Shubenkov sul giovane francese Pascal Martinot Lagarde in 13”19 con vento oltre la norma di +2.4 m/s.
Libania Grenot ha collezionato due quarti posti nei 200 e nei 400 m (23”29 e 51”84), mentre Davide Manenti si è difeso bene nei 200 m dove ha chiuso quinto in 20”78. Quarto posto per Chiara Rosa su una pedana del peso femminile inzuppata di acqua. La tedesca Christina Schwanitz ha mantenuto la sua imbattibilità stagionale vincendo con 19.30 m
Tra i personaggi di questa due giorni britannica va ricordata la giavellottista tedesca Christina Obergfoll che ha vinto per la quarta volta su altrettante edizioni con un lancio di 62.64 m in una gara rovinata dal vento. L’altro atleta che deteneva il primato di vittorie in questa rassegna continentale era David Greene, ma il gallese, campione del mondo dei 400 a ostacoli a Daegu, è stato sorprendentemente battuto dal tedesco Silvio Schirrmeister in 49”51.