Weekend di maratone con Boston e Parigi: ecco i top runner

Weekend di maratone con Boston e Parigi: ecco i top runner

13 Aprile, 2019
Yuki Kawauchi (Foto: Diego Sampaolo)

La Maratona di Boston in programma come da tradizione nel Patriot’s Day di Lunedì si preannuncia come una gara degna della tradizione della più antica gara di 42 km del mondo. Il cast annunciato dagli organizzatori presenta nove vincitori delle precedenti edizioni della Maratona di Boston e sei atleti con un personale al di sotto delle 2h06’ in campo maschile e sei top runner in grado di abbattere la barriera delle 2h21’ a livello femminile.

Il giapponese Yuki Kawauchi difenderà la vittoria dell’anno scorso affrontando nuovamente il secondo classificato Geoffrey Kirui, campione del mondo a Londra 2017.

La lista dei vincitori delle edizioni passate della Maratona di Boston comprende gli etiopi Lelisa Desisa (due volte primo nel 2013 in 2h10’22” e nel 2015 in 2h09’17”, trionfatore a New York in 2h05’59” lo scorso Novembre, e autore di un eccellente 59’52” alla mezza maratona di Copenaghen nel 2018), Lemi Berhanu (primo nel 2016 in 2h12’45”) e il keniano Wesley Korir (primo nel 2012 in 2h12’40” e terzo nel 2016).

Tra i favoriti vanno annoverati anche tre atleti con personali al di sotto delle 2h05 del calibro di Lawrence Cherono (vincitore alla maratona di Amsterdam nel 2017 in 2h05’09” e nel 2018 in 2h04’06” e ad Honolulu), di Sisay Lemma (2h04’08” a Dubai nel 2018, uno dei tre atleti in grado di scendere due volte al di sotto della barriera delle 2h05’ nel 2018 e secondo alle spalle di Galen Rupp in 2h07’08” a Praga 2018) e Solomon Deksisa (2h04’40” ad Amsterdam nel 2018 e vincitore nelle maratone di Mumbai in 2h09’34” ed Amburgo in 2h06’34” nel 2018).

In campo femminile saranno presenti cinque atlete con un personale al di sotto delle 2h21’. Desirée Linden difenderà il successo della passata edizione affrontando Edna Kiplagat (due volte campionessa mondiale 2011 e 2013, vincitrice di Boston 2017 e quarta a Berlino nel 2018 in 2h21’18”a 39 anni), Sharon Cherop e Caroline Rotich, prime a Boston rispettivamente nel 2012 e nel 2015, e tre atlete con un personale al di sotto delle 2h20’: la tre volte vincitrice di Dubai Aselefech Mergia, Mare Dibaba (campionessa mondiale di Pechino 2015 e bronzo olimpico a Rio de Janeiro 2016 e due volte seconda a Boston nel 2014 e 2015) e la vincitrice di Dubai 2017 Worknesh Degefa.

 Lonyangata cerca la terza vittoria consecutiva alla Maratona di Parigi

La Maratona di Parigi è diventata negli ultimi anni una delle gare di 42 km più partecipate in Europa.

Nella maratona della capitale francese in programma domenica 14 Aprile Paul Lonyangata inseguirà il tris di vittorie a Parigi dopo i due successi consecutivi nel 2017 in 2h06’10” e nel 2018 in 2h06’25”. Lo scorso anno il venticinquenne keniano è diventato il primo atleta in grado di vincere due volte di fila a Parigi dai tempi della doppietta del britannico Steve Brace nel 1989 e nel 1990.

Nell’edizione del 2018 Lonyangata si impose davanti a Matthew Kisorio (2h06’36”) e a Ernest Ngeno (2h06’41”).

Dopo la vittoria dell’anno scorso Lonyangata è stato frenato da un infortunio che gli ha impedito di partecipare alla Maratona di Chicago.

Ho dovuto ascoltare il mio corpo e avere pazienza. L’infortunio mi è costato diversi mesi di preparazione ma ora sono pronto per una nuova sfida a Parigi. Ho incominciato di nuovo la preparazione in Gennaio. Spero che questa maratona possa portarmi fortuna per la terza volta”, ha dichiarato Lonyangata.

Le principali protagoniste della gara femminile sono la keniana Sally Chepyego (2h23’15” di personale e bronzo ai Mondiali di mezza maratona di Copenaghen 2014) e le etiopi Gelete Burka (campionessa del mondo indoor a Valencia 2008 sui 1500 metri e maratoneta dal personale di 2h20’45” a Dubai nel 2018), Azmera Abreha (seconda a Shanghai nel 2018 e atleta accreditata di un personale di 2h21’51”) e Azmera Gebru (2h23’31” ad Amsterdam 2018).

Lo scorso anno la keniana Betsy Saina vinse la gara femminile in 2h22’56” davanti alla connazionale Ruth Chepngetich (2h22’59”) e all’etiope Gulume Chale (2h23’06”).

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