Domenica sera Antonio La Torre sarà andato a letto soddisfatto. Ne aveva ben donde. Durante il giorno si sarà seduto davanti alla televisione e con cellulare e tutte le diavolerie moderne, in altre parole streaming, skype e quant’altro si è collegato per sapere come stavano andando i ragazzi che molto probabilmente lo stesso DT ha nel mirino per i prossimi mondiali. Si parte dall’ottima prova di Yassin Rachik? Invece no. Il primo piano si dedica a Veronica Inglese, la mezzofondista pugliese che dopo una serie d’infortuni assortiti è tornata alle gare. E in questa primavera piovosa, ventosa con un vago sapore d’inverno, il sorriso di Veronica deve essere stato un corroborante per l’Appia Run di Roma, la corsa che è disputata su una delle via consolari con partenza dalle Terme di Caracalla. “Sulle orme di Bikila” scrivono i resoconti dalla capitale. Si è corso su ben cinque tipi di pavimentazioni diverse: asfalto, sampietrino, basolato lavico, sterrato, per finire in pista. Veronica Inglese ha mostrato finalmente il suo ritrovato sorriso, seconda, ma non importa la posizione, l’importante è segnare con la matita rossa in giorno del suo rientro.

Dopo Veronica arriva Rachik. Il ragazzo a Londra ha fatto faville, leggetevi il tempo: 2h08’05”, da quanto non accadeva? Yassin che già a Berlino aveva fatto faville (bronzo) mette una seria ipoteca per i prossimi mondiali (maglia assicurata), ma leggetevi l’età: 26 anni a giugno, ha pertanto ampi spazi di miglioramento in un prossimo futuro. Sempre domenica ha risposto alla grande anche Eyob Faniel in quel di Padova, nella mezza maratona. L’azzurro, pure lui sul podio a squadre a Berlino (oro), ha fermato i cronometri dopo 1h00’53”, quinto italiano di sempre, così come Rachik è divenuto il quarto nella mitica distanza dei 42km e 195 metri. Sempre in Prato della Valle, stupendo luogo di arrivo della classica patavina anche Sara Dossena, non perdeva un colpo. Triathlon ormai abbandonato segna un probante 1h10’56 sui 21km e 97 metri. Finito? Niente affatto.

Daniele Meucci come si suol dire ha risposto: presente. Dopo il ritiro di Roma doveva a tutti i costi arrivare al minimo per i Mondiali, fissato in 2h16’00 dalla nostra federazione. Ha scelto Amburgo per riprovarci, ha fatto fermare i cronometri dopo 2h12’00. Il campione europeo di Zurigo c’è! Conclusione: Antonio La Torre si sarà addormentato sognando prati verdi con la nazionale maschile per Doha già pronta, tutti gli scongiuri sono ammessi.

Nella prossima puntata di “Zona Mista” a meno di altre sciocchezze come la querelle di Trieste, l’intenzione è di parlare dei velocisti che stanno per partire verso Yokohama dove si disputeranno i Mondiali di staffette. Nel frattempo in un giro di pista si è rivisto Andrew Howe: un purosangue a dispetto dell’età!