Usain Bolt, il lungo addio

Usain Bolt, il lungo addio

13 Giugno, 2017
Foto Giancarlo Colombo

E’ cominciato nella notte tra sabato e domenica il lungo addio di Usain Bolt. Come tutti i grandi personaggi dello sport, ha iniziato gradualmente a congedarsi dal suo pubblico. Ha cominciato a Kingston (Giamaica), nella capitale dell’isola che gli ha dato i natali e, dal 2002 lo ha potuto ammirare per la prima volta. Lui ancora allievo, 16 anni, vinse in mondiali juniores nei 200 in 20”61. Se un anno prima a Debrecen aveva mosso i primi passi, a Kingston (basta vedere il filmato della sua storia), era nato un campione.

L’altra notte abbiamo visto (youtube ci viene incontro spesso e volentieri), la sua gara conclusa in 10”03 (vinta). Non è parso il Bolt che conosciamo, impacciato nei primi passi, anche se il suo avvio è sempre stato macchinoso, tant’è che gli organizzatori di “Salut the legend” hanno pensato bene di fare disputare due serie dei 100, nell’altra l’ha spuntata il suo rivale Yohan Blake in 9”97 davanti al sudafricano Simbine 10”00.

Un Bolt che ha salutato tutti con tanto di fuochi d’artificio in suo onore, Usain negli ultimi tempi aveva diradato i suoi allenamenti dopo la morte di Germaine Mason, giamaicano, battente bandiera inglese, specialista del salto in alto. Usain Bolt ha seppellito con altri l’amico, perito tragicamente in seguito a un incidente, da quel preciso momento pare che il “lampo” non avesse più molta voglia di allenarsi. Rivederlo dietro i blocchi di partenza è stato però una sorta di sollievo, per gli amanti dell’atletica e forse anche per lui.

A Kingston ha corso l’atleta considerato il suo erede: Wayde Van Nikerek. Il rappresentante della nazione arcobaleno è uno dei pochi che ha corso i 100 sotto il muro dei 10”, esattamente in 9”98, l’altra sera ha fatto segnare 19”84 (miglior prestazione mondiale stagionale) senza scordare il 43”03 di Rio nei 400. Van Niekerk come carisma, simpatia, approccio con il pubblico è lontano anni luce da Usain Bolt, ma nei 200 può dire ancora molto in futuro.

A festeggiare Bolt sono arrivati anche Mo Farah, David Rudisha, Allison Felix, tanto per citare qualche nome, insomma c’è stata una grande festa, specie sugli spalti dove 30.000 spettatori entusiasti hanno inneggiato il loro campione. Ricky Simms, il manager di Bolt, ha preso contatti con il meeting di Ostrava (Rep Ceca) del 27/28 giugno e pare con Montecarlo il 21 luglio. Due appuntamenti prima dei mondiali londinesi di agosto. Bolt correrà i 100 metri, sono quasi certo che non troverà rivali di grande spessore nei due meeting, a Londra qualcuno cercherà di rovinargli la festa. Ad ogni buon conto a partire dal prossimo anno ci si affannerà a cercare un nuovo protagonista delle piste e pedane mondiali. Intanto, nella speranza che “Pippo” il bello (Tortu) si rimetta, un personaggio di 41 anni ha piazzato, zitto zitto un bel salto (triplo) atterrando nella sabbia a 17,43. Si chiama Fabrizio Donato, capitano, mio capitano.