L’oro nella 4×400 maschile ai Mondiali under 20, il ritorno di Andrew e un amico che ci ha lasciato

L’oro nella 4×400 maschile ai Mondiali under 20, il ritorno di Andrew e un amico che ci ha lasciato

17 Luglio, 2018
Alessandro Sibilio, Edoardo Scotti, Klaudio Gjetja e Andrea Romani (Foto: Giancarlo Colombo)

Dopo una settimana di sosta torna “Zona Mista” proponendovi alcuni spunti sugli ultimi giorni trascorsi. Il primo. Campionati Mondiali under 20 di Tampere (Finlandia). Dal 10 al 15 luglio si è vista la meglio gioventù atletica. l’Italia dei giovani guidata da Stefano Baldini e Tonino Andreozzi fino a domenica alle ore 14,00 aveva raccolto una gran messe di belle prestazioni, primati nazionali giovanili e finalisti ma di medaglie manco l’ombra.

Sarebbe iniziato il solito ritornello degli “zero tituli” come in passate edizioni, anche se il sito ufficiale della Fidal faceva rimarcare 12 piazzamenti nei primi 8 otto e 5 record nazionali, affermando (giustamente), che in parecchie occasioni eravamo i primi europei. Poi, non come d’incanto, poiché in atletica non s’inventa assolutamente nulla, è arrivato un oro, e che oro, nell’ultima gara del programma la 4×400 maschile.

Quella femminile, finalista pure lei, si era classificata sesta. Il quartetto azzurro è sceso in campo con ambizioni, inutile nascondersi, ma andare a segno con grande spavalderia è tutt’altra cosa. E leggiamoci questi nomi in ordine di frazione: Klaudio Gejtjia, Riccardo Romani, Alessandro Sibilio e Edoardo Scotti. Il tasso atletico di una nazione, dicono i maestri di questo sport, è la staffetta del miglio, la 4×400 appunto, come nel nuoto è la 4×200, il che significa che stiamo bene in salute. Tutti e quattro superlativi con Lorenzo Benati che aveva fatto parte della qualificazione e quasi a sorpresa è stato sostituito da Sibilio, specialista dei 400hs. In batteria il quartetto italiano aveva realizzato il terzo miglior tempo con 3’08”53, in finale 3’04”05. In questo caso i punti esclamativi dovrebbero essere molti. Un quartetto di cui andare fieri e attenzione quest’anno c’è una fioritura di quattrocentisti. Si va da Re, a Corsa, dal risorto Galvan e questo Edoardo Scotti, quarto nella prova individuale nel giro della morte, a questi si deve aggiungere pure Vladimir Aceti.

Altro spunto. Trasferiamoci su di un’altra dimensione in pista sui 200 metri. In questo caso si deve registrare un ritorno importante, quello di Andrew Howe, 33anni con primavere ed estati trascorse a guardare gli altri soffrire e allenarsi, mentre lui stava a curarsi le ferite degli infortuni che ne hanno minato la sua grande carriera. Andrew allenato da un altro giovincello di nome Fabrizio e di cognome Donato ha piazzato un 20”47 a Rieti, nel cortile di casa (minimo per gli Europei), dopo 7 anni che non realizzava un crono simile. Andrew e Fabrizio sognano Berlino. Intanto dovrebbero essere della partita. Poi si vedrà. Noi saremo là con loro per raccontare le loro gesta.

Ultimo spunto. Un ricordo particolare lo merita Dario Bergamini, che ci ha lasciato la scorsa settimana. E’ stato uomo di sport, dirigente illuminato, capace di gestire squadre di atletica di gran spessore (leggi Paf di Verona con Bordin, Panetta, Durbano Pimazzoni, Fogli e Curatolo) e dare vita alla Verona Marathon. Ciao Dario!