Nel weekend a Bruxelles va in scena l’atto finale della Diamond League con in pedana il protagonista azzurro dell’alto Gianmarco Tamberi
Stagione in pista ai titoli di coda? Sì. Fa eccezione la finale della Diamond League in programma a Bruxelles venerdì e sabato prossimi. Uno dei tanti momenti clou di una stagione in pista lunghissima, quasi eterna che pare debba non finire mai. La saracinesca verrà abbassata in campo internazionale fra due giorni, invece nella nostra penisola nel week end del 21 e 22 settembre con l’assegnazione dello scudetto in quel di Modena.
Nel periodo tra la fine dei Giochi e le due giornate nella capitale del Belgio l’istrione dell’atletica italiana Gianmarco Tamberi è riuscito a catalizzare su di sé l’attenzione, con paginate di giornali sportivi e non. Si va dalle Olimpiadi di Parigi con i celeberrimi problemi renali che gli hanno tolto, molto probabilmente, un alloro importante con il quale avrebbe potuto chiudere la carriera. Sappiamo tutti come è finita. Moralmente incerottato, ha dovuto nel bene o nel male tenere fede agli impegni presi in precedenza.
Lo si è visto in Polonia a Chorzov, su una pedana che lo stesso azzurro ha detto di amare. Ha vinto tra lo stupore di tutti con 2,31. Lo si è rivisto al Golden Gala abbacchiato come non mai non riuscire ad elevarsi più di tanto. Voleva la Curva Sud, quella della Roma, tutta per lui. Lo era stata in giugno agli Europei. Ogni salto un boato. È partito bene; 2,20 e 2,24 alla prima, 2,27 alla seconda, con un volo molto buono e una rincorsa più lunga, si arena a quella misura. I 2,30 erano un muro invalicabile, i primi due assalti senz’altro migliori. Il terzo no. Chiedeva scusa. Il Golden Gala restava stregato per il capitano della nazionale azzurra. Poi chi lo ha seguito a Rovereto, nel Palio della Quercia, ha visto quale rapporto riesce a intavolare con il pubblico, specie dei giovanissimi, lo idolatrano letteralmente. Nel capoluogo dell’atletica trentina ha vinto, così come a Bellinzona (Canton Ticino) al meeting dei Castelli lunedì, con una folla adorante sempre pronta ad incitarlo a seguirlo nelle sue evoluzioni.
Ora lo attende la finale della Diamond che lo ha già visto vincere per due volte. Non è nelle condizioni di prima dell’insulto renale pre-olimpico. Non è mai detto. Hai visto mai!