Speciale Europei: è nata una stella, si chiama Jakob Ingebritsen

Speciale Europei: è nata una stella, si chiama Jakob Ingebritsen

12 Agosto, 2018
Foto Giancarlo Colombo

Si può trasformare la penultima giornata dei 24º Campionati Europei in una sorta di meeting? Sì, questa è la riposta. Basta piazzare in serata nove finali e il gioco è fatto. Il tutto in meno di 2 ore. Poi non capita spesso di veder un giovane di 18 anni vincere la sera prima i 1500 e dopo 24 ore i 5000. Questo ragazzo si chiama Jakob Ingebrigtsen, norvegese, vichingo dallo sguardo dolce, che stando a quanto mostrato sarà la nuova stella mondiale del mezzofondo. Avvisati keniani, etiopi, marocchini ecc. ecc.

Sabato sera spettacolo assicurato con un grandissimo e caldo pubblico, degno della capitale tedesca. I 5000 erano uno dei piatti forti della serata, poco prima che “Gimbo” Tamberi, quarto, lasciasse la pedana dell’alto con 2,28. Noi schieravamo nei 12 giri e mezzo la stella cometa del nostro mezzofondo Yeman Crippa, già terzo nei 10.000. La lotta è avvenuta nella seconda parte di gara, anzi Jakob nel finale, ben conoscendo le sue doti di miler si è portato avanti, rallentando leggermente il ritmo. I 400 finali un’esplosione di adrenalina, con Jakob davanti, il fratello Henrik dietro, Crippa che viaggiava in quinta posizione all’inseguimento del francese Amdouni e del belga Kimeli. Jakob chiudeva in 13’17”06 nuovo record europeo under 23, il fratello maggiore 13’18”75, mentre Crippa, recuperava una posizione era buon quarto con 13’19”85 a un secondo dal suo primato.

Yeman Crippa con la sua doppietta (partecipazione) 5 e 10 mila è per ora il miglior azzurro di questa spedizione. Capito l’antifona? Il problema è che conoscendolo non sarà affatto soddisfatto della sua gara. Yeman è un vincente, a lui non piacciono le posizioni di rincalzo. Ad ogni buon conto ha disputato un ottimo campionato.

Si difende alla grande il quartetto del miglio azzurro con Scotti, Tricca, Re e Galvan, specie quest’ultimo compie una grandissima frazione. Vince il Belgio dei Borlèè brothers, su una Gran Bretagna in rimonta e la Spagna. Gli azzurri finiscono in 3’02”34, sesti. Poi c’erano le quattro all blacks italiane. Per un attimo dopo una grande frazione di Raphaela Lukudo (la terza), il sogno di arrivare a una medaglia di qualsivoglia metallo era più che giustificato, ma la frazione finale di Libania Grenot ha mandato tutto all’aria. Una controprestazione la sua che ha addirittura dell’inverosimile. Non occorreva buttare il cuore oltre l’ostacolo, bastava correre, almeno con una certa grinta, la “panterita” si spera possa chiudere la sua stagione atleticamente parlando a Berlino, dopo aver mostrato tutta la sua indolenza. Vince la Polonia, la nazione che guida il medagliere. Le azzurre sono seste. Buona notte Italia!

Nota a margine come si suol dire. Daisy Osakue, che è stato suo malgrado, protagonista negli ultimi giorni per il noto lancio di un uovo nell’occhio sinistro ha chiuso la gara di disco con un ottimo quinto posto misurato in 59,32.