Rachid Berradi Cavaliere della Repubblica

Rachid Berradi Cavaliere della Repubblica

01 Gennaio, 2021
Foto Michele Tusino
Ancora una volta un protagonista del mondo della corsa è stato premiato dal Presidente della Repubblica. Ci piace far cominciare il 2021 di Correre.it con questa bella storia che arriva da Palermo e che ha come protagonista Rachid Berradi.

“Qualche giorno fa sul mio smartphone è arrivata una telefonata: prefisso 06, seguito da quattro numeri. Non volevo rispondere, per un attimo ho pensato fosse il telefono della Fidal di Roma, sapete incombono le elezioni…
Invece era il Quirinale”. Chi parla è Rachid Berradi nominato Cavaliere della Repubblica da parte di Sergio Mattarella in data 29 dicembre.

Rachid Berradi, 45 anni, pochi chili in più di quando era mezzofondista azzurro, un paio di occhiali da intellettuale, per i deboli di memoria detiene ancora il primato italiano della mezza maratona con 1h00’20, vanta 16 presenze in maglia azzurra ed è stato finalista ai Giochi di Sydney nei 10000 nel 2000.

E’ iniziata una chiacchierata che vale la pena raccontare:

“Sono arrivato dal Marocco 35 anni fa, da un piccolo villaggio (Meknes), avevo 10 anni. Ora vivo a Palermo, ho un figlio di 21 anni, Omar che studia chimica a Roma. Di professione sono carabiniere/forestale. Come Guardia Forestale ho praticato tutta la mia carriera sportiva”.

Come arriva questo riconoscimento?
“Per il lavoro che svolgo in questa città. Nel rione Zen ho cercato di invogliare i ragazzi a praticare lo sport. Posso raccontare un episodio. Quando li facevo uscire dal rione, i ragazzini dicevano: oggi andiamo a Palermo! E’ stato difficile far capire che loro erano di Palermo. Ho iniziato con l’atletica, poi sono passato a farli giocare al pallone, l’importante che si divertano. Ci tengo a raccontare ai bambini da dove sono partito e, dove sono arrivato, solo con la forza di volontà. Un lavoro lungo ma che mi sta dando tantissime soddisfazioni. Non mi aspettavo di certo un riconoscimento simile”.

 

L’impegno sociale di Rachid Berradi con i ragazzi del rione Zen di Palermo era stato raccontato su Correre, nel numero di giugno 2009 (Foto Michele Tusino).

 

A Palermo come ti trovi?
Palermo è una città bellissima, come una bella donna da corteggiare. Dagli anni ’90 è completamente cambiata, è frequentata anche dai turisti. Quando andavo a gareggiare all’estero il secolo scorso e dicevo che abitavo Palermo mi rispondevano: Palermo-mafia. Non mi piaceva per niente!”

Le motivazioni del riconoscimento?
Sono stato nominato Cavaliere per l’impegno nel sociale, utilizzando lo sport come arma di riscatto per i più deboli. Quando ho finito di gareggiare potevo rimanere di stanza a Rieti, sede allora della Forestale, come tecnico, invece ho deciso invece di tornare in Sicilia e cercare di aiutare i giovani, i bambini. Ho fondato l’Atletica Berradi 091. Nel mio impegno mi ha aiutato moltissimo Don Ciotti e la fondazione “Libera”. Non ci fosse stata l’Associazione, avrei avuto maggiori difficoltà”.

Hai mai pensato di dedicare lo stesso impegno all’atletica?
Sì, avevo quasi in animo di candidarmi per la Fidal regionale, ma non sono adatto per questo ruolo, preferisco la mia opera con i giovanissimi, mi dà più soddisfazione”.

Che cosa pensi del tuo primato sulla mezza che resiste dal 2002 (Stramilano)?
Se Yeman Crippa lo volesse, potrebbe scender sotto i 60’. E’ fortissimo, penso anche Faniel potrebbe dire la sua. Entrambi hanno talento per centrare l’obiettivo. Crippa poi, se penso che ha battuto tutti i record di Antibo…