L’enigma Filippo Tortu

L’enigma Filippo Tortu

11 Settembre, 2019
Foto Giancarlo Colombo

Qualche dubbio c’è. Qualcosa che non torna, qualcosa che sfugge, ma il “bimbo con le ali”, non riesce più a mostrare tutte le sue qualità. Per carità, nessuno pretende da Filippo Tortu una medaglia mondiale, anche se da più parti si sogna in grande, ma a determinati livelli occorre tenere la barra diritta, o meglio stare con i piedi ben fissati al terreno.

Riavvolgiamo il nastro, come si dice in gergo. Si sognava per Pippo un 200 metri a livello mondiale, chi scrive ricorda ancora lo scorso maggio a Savona, quando tra addetti ai lavori si cercava di indovinare il “crono” di Filippo al Golden Gala di Roma, quasi nessuno ipotizzava un tempo sopra i 20”20. L’Olimpico ha dato parere diverso: 20”36 meno bene di 2 anni fa! Niente 200. Si lavora sui 100 metri. A Stanford (Usa) Pippo si fa male. Alt, ci si ferma. Torna per la Coppa Europa? Sì, ma solo in staffetta. Niente affatto. Altro rinvio. La prima volata dopo l’infortunio al Palio della Quercia a Rovereto: Filippo Tortu vince in 10”21 (aveva vinto anche a Rieti con 9”97 ventoso, pertanto non omologabile), niente di eccezionale, ma vincere conta, eccome.

Poi arriva la convocazione per la sfida Europa–Usa nei 100. Filippo dichiara alla Gazzetta dello Sport di sognare la finale nei 100 e, perché no, un quinto posto! Dargli torto? Manco per idea. Il problema è che sulla pista, non di certo veloce, di Minsk (Bielorussia) dove nelle giornate di lunedì e martedì è andato in onda “The Match” qualcosa non è andato bene. Che le buscasse da quella vecchia volpe di Rodgers stava nei programmi, ma da altri velocisti che non sono di certo dei fenomeni no. Il suo crono è stato di 10”29 e nel tratto finale nel cosiddetto lanciato è irrimediabilmente mancato. Mancano ancora una quindicina di giorni prima di scendere in pista a Doha, si dovrà mettere a frutto tutti i carichi di lavoro che in questo periodo avranno, forse, intossicato i muscoli. Pertanto aspettiamo fiduciosi. Nessuno pretende da Filippo Tortu una medaglia, ma un tempo vicino ai 10” quello sì.

Ricordiamo per i deboli di memoria che il suo miglior crono sul suolo italiano è stato di 10”03 a Savona a maggio del 2018, il record italiano di 9”99 è stato realizzato a Madrid (700m. slm) lo scorso anno. Giovedì 12 settembre il DT Antonio La Torre diramerà la formazione azzurra in vista di Doha. Sarà un mondiale lacrime e sangue come sono stati gli ultimi? L’attesa è iniziata, i giorni che ci separano dalle gare in Qatar non sono molti. Poi tireremo le somme. Adesso è ancora presto per fustigarci in riva al fiume.