Le proponiamo in occasione della “Giornata mondiale della gentilezza” (13 novembre) ricordando che anche il “dare” agli altri (questo il significato di gentilezza) produce endorfine, come la corsa. È il concetto noto in psicologia come “helper’s high”: oltre a incrementare l’ossitocina e la dopamina, essere gentili può anche aumentare la serotonina.
La corsa è nota da tempo anche come attività che porta a produrre endorfine, sostanze chimiche rilasciate dal nostro cervello durante lo sforzo della corsa e classificate come neuro-trasmettitori. Effetto delle endorfine: rilassamento muscolare e mentale, senso di appagamento, benessere, visione positiva della vita e del mondo, tono dell’umore elevato.
Helper’s high, il dare che produce endorfine
Anche il “dare” produce endorfine. È il concetto noto in psicologia come “helper’s high”: “oltre a incrementare l’ossitocina e la dopamina, essere gentili può anche aumentare la serotonina, un neurotrasmettitore che aiuta a regolare l’umore”. Lo ricorda lo staff di psicologi che confluiscono in “unobravo”, servizio di psicologia online, in occasione della “giornata mondiale della gentilezza” (sabato 13 novembre), “definita come una naturale inclinazione o tendenza degli esseri umani a fare del bene, sempre pronti ad aiutare chi ne ha bisogno in modo generoso” si legge in una loro nota stampa.
Gli effetti a cascata della gentilezza
Le ricerche delle neuroscienze evidenziano che essere gentili può:
• aumentare le emozioni positive,
• favorire la connessione sociale e i comportamenti pro-sociali,
• ridurre i sentimenti negativi e i pregiudizi sociali,
• rallentare l’invecchiamento biologico.
È stato dimostrato che atti casuali di gentilezza favoriscono il rilascio di dopamina.
Alcuni studiosi supervisionati da un team dell’università di Harvard, inoltre, in una ricerca riguardante la carità, hanno notato che chi aveva offerto contributi di tempo o denaro aveva anche “il 42% in più di probabilità di essere felice” rispetto a quelli che non erano stati gentili e generosi. Gli psicologi hanno identificato in coloro che sono impegnati in attività caritatevoli un tipico stato di euforia (fonte: unobravo.com).
Il decalogo del runner gentile
Eccoci allora pronti anche noi a celebrare attivamente la Giornata mondiale della gentilezza proponendo un decalogo del runner gentile, una prima stesura da sviluppare, migliorare e aggiornare in seguito, con le proposte dei nostri lettori:
1. partecipa sempre alle charity collegate alle corse a cui sei iscritto;
2. ringrazia con un saluto i volontari, i giudici di gara, il personale di servizio sanitario e delle forze dell’ordine che incontri sul percorso;
3. al ritiro del pacco-gara, se la maglia ufficiale della tua taglia non c’è più, pensa a chi puoi regalare quella che è disponibile;
4. i prodotti alimentari che trovi in omaggio (nel pacco-gara o distribuiti all’expo) sono preziosi per la Caritas e per le altre associazioni che si preoccupano di chi ha fame e non può mangiare;
5. anche durante una corsa, il rispetto dell’ambiente è rispetto per gli altri;
6. anche durante una corsa, il rispetto di ogni tipo di regola (norme anti-pandemia comprese) è rispetto per gli altri;
7. se accompagni qualcuno a una corsa, nell’attesa del suo arrivo puoi dare una mano come volontario;
8. le nostre scarpe esauste, che non usiamo più per correre, possono ancora essere utili ad altri per camminare, lavorare, vivere. Idem per i capi tecnici di abbigliamento per la corsa che accumuliamo negli armadi;
9. nelle chat e in tutte le altre occasioni in cui si commenta una manifestazione, intervieni anche per sottolineare gli aspetti positivi dell’organizzazione, non solo quelli negativi;
10. hai presente la vecchia abitudine dei podisti che si salutavano quando si incontravano in allenamento? Bene: è tempo di ritornare a farlo.