Dovranno essere in commercio da almeno quattro mesi, così che ogni atleta possa disporre della possibilità di acquistarle. Altezza massima della suola a 40 mm, un solo “plate” nell’intersuola. Vietate nelle competizioni ufficiali le ormai famose scarpe della Nike, con cui Eliud Kipchoge ha corso a Vienna la prima maratona al di sotto delle due ore, e anche altri modelli simili, dotati di suole eccessivamente alte oltre che (probabilmente) di diversi plate sovrapposti.
Il tutto in via provvisoria, fino all’appuntamento olimpico.
In relazione al presunto vantaggio sleale derivato dall’uso in gara di alcune calzature considerate potenzialmente “dopanti”, venerdì 31 gennaio la World Athletics ha comunicato la sua attesa decisione volta a preservare l’integrità delle competizioni. A modifica delle regole precedentemente in vigore, il presidente Sebastian Coe ha annunciato che è stata decisa una moratoria, ma, contestualmente, ha chiarito alcune caratteristiche obbligatorie, a cui le scarpe da competizione dovranno ora sottostare, per essere considerate ammissibili.
In vendita da almeno quattro mesi
La moratoria WA, con decorrenza 30 aprile, stabilisce che, per essere ammessa alle competizioni, ogni scarpa dovrà essere stata in vendita (online o nei negozi) per almeno 4 mesi, così da essere ritenuta (potenzialmente) a disposizione di ogni atleta.
Misure ammesse
Il governo mondiale dell’atletica ha stabilito inoltre che, affinché le scarpe siano ammissibili, la loro suola non deve superare l’altezza massima di 40 mm e, soprattutto, nell’intersuola può essere inserito un solo “plate”, monopezzo o anche segmentato in più porzioni, purché siano complanari (non sono quindi ammessi plate multipli sovrapposti).
In sostanza, questo significa che alcune delle scarpe più veloci, già utilizzate da molti atleti di élite e/o da amatori, nel corso di varie competizioni internazionali (molte Nike, nonché alcuni nuovi modelli di New Balance, Brooks, Asics, Hoka, Saucony, Skechers, etc) probabilmente saranno considerate ammissibili.
Vietate le Nike di Kipchoge a Vienna
Si dovranno invece escludere dalle competizioni ufficiali le ormai famose scarpe della Nike con cui Eliud Kipchoge ha corso a Vienna la prima maratona al di sotto delle due ore, e anche altri modelli, come quelli dell’Adidas, fotografati in fase di test, in quanto dotati di suole eccessivamente alte, oltre che (probabilmente) di diversi plate sovrapposti.
Analogamente, sono stati posti limiti anche per le scarpe chiodate, che non potranno avere un’altezza della suola maggiore di 30 mm, o più di un plate, con la sola eccezione di un eventuale secondo inserto porta-chiodi.
Provvisorio fino a Tokyo
Sebastian Coe ha inoltre precisato che tali regole saranno in vigore almeno fino ai Giochi olimpici di Tokyo, ma che nel frattempo partiranno ulteriori approfondimenti scientifici, alla luce dei cui risultati potranno rendersi necessarie ulteriori modifiche a quanto attualmente stabilito.
Ne parleremo
L’argomento sarà oggetto di un importante approfondimento sul prossimo Correre di marzo.