Intervista a Eliud Kipchoge: il mio segreto? Allenamento, passione, autodisciplina 

Intervista a Eliud Kipchoge: il mio segreto? Allenamento, passione, autodisciplina 

22 Settembre, 2018
Eliud Kipchoge (Foto: Giancarlo Colombo)

Domenica 16 settembre Eliud Kipchoge ha scritto un’importante pagina di storia di atletica realizzando a Berlino il nuovo record del mondo di maratona. Il 33enne keniano ha fermato il cronometro su 2h1’39”, migliorando di 1’18″ il precedente primato stabilito dal connazionale Dennis Kimetto sempre a Berlino quattro anni fa (2h02’57”). Nei giorni scorsi la Nike ha diffuso un’intervista al maratoneta. Ve la proponiamo (traduzione di Diego Sampaolo).

È stata una gara perfetta? 

«Sì, è stata la corsa perfetta. Sono rimasto da solo al comando per 17 km, ma non ci pensavo. Ho cercato di mantenere lo stesso ritmo fino all’ultimo chilometro.» 

Ha battuto il record del mondo. Quando ha capito che questa sarebbe stata la volta buona per battere il primato? 

«Ho capito che sarei riuscito a battere il record dopo i 30 km.»  

Durante la maratona si vedono molti corridori con il volto sofferente. Come combatte il dolore? 

«Quando si corre una maratona si sente dolore dappertutto, ma bisogna cercare di non pensarci e concentrarsi sulla gara.» 

Come si fa a spingersi oltre i propri limiti? 

«Quando mi alleno, cerco di sentire il mio corpo e di dare sempre di più. Non credo nei limiti.»

Maratona sotto le due ore: sì o no?

«Credo di sì. Bisogna avere una grande convinzione e un team che creda in te e ti sostenga. Anche le scarpe sono importanti. E poi bisogna essere più forte di qualunque altro corridore del passato. Tutto è possibile!»

Per correre utilizza scarpe della Nike personalizzate. Quanto pensa di poter migliorare ancora grazie a queste scarpe? 

«Ho testato le scarpe, dopodiché sono state fatte delle modifiche. Ho contribuito a rendere la scarpa più veloce di qualunque modello precedente. Ma la scarpa da sola non basta, bisogna anche correre veloce.» 

Quali sono le tre caratteristiche che un corridore deve avere per correre una maratona?

«L’allenamento, la passione e l’autodisciplina, che significa principalmente mantenere la concentrazione costante. E poi bisogna vivere una vita semplice, senza eccessi.»

Quali consigli ha per i corridori che praticano questo sport per hobby e si allenano per finire la loro prima maratona? 

«L’allenamento è importante ma la passione è fondamentale. Dovete credere fortemente in voi e pensare di poterci riuscire. Questa è la magia per la maratona.» 

Come si è sentito quando si è svegliato la mattina della gara? 

«Mi sono sentito bene.» 

Ha mai avuto la sensazione di essere stressato o nervoso prima di una gara? 

«La tensione è presente. Se non c’è tensione, non si possono avere speranze di fare bene in gara.» 

Come si prepara al mattino per la gara? 

«Faccio stretching, un po’ di jogging e poi ancora stretching.» 

Come si è sentito quando ha attraversato la linea del traguardo?
«Alla grande, ma sono rimasto sorpreso per aver corso in 2:01’. Sapevo che avrei potuto realizzare il record del mondo, ma non pensavo di poter correre così velocemente.» 

Ha corso a Berlino in precedenza, come si può paragonare la gara di quest’anno a quella dell’anno scorso? 

«Mi sono sempre divertito a correre a Berlino ma l’anno scorso abbiamo avuto maltempo. Quest’anno, invece, ha fatto bello.»

Sente di aver realizzato i suoi sogni oggi? 

«Assolutamente sì. Mi aspettavo di battere il record del mondo ma non pensavo di poter arrivare a 2:01’. Speravo di essere in grado di correre al di sotto delle 2:02’57”.» 

Ha vinto la medaglia d’oro olimpica e ha battuto il record del mondo della maratona. Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?

«Non faccio programmi a lungo termine, ma volta per volta. Il mio programma per quest’anno era correre la maratona di Berlino. Ora mi prenderò del tempo per recuperare. Ho una famiglia e trascorrerò del tempo con loro. Mi piace leggere, è ciò che mantiene vivo il mio interesse nel periodo del recupero.» 

La maratona o la città preferita per correre? 

«Berlino. È un percorso piatto e veloce.» 

Ha detto che ha organizzato un piano per questa gara. Di cosa si trattava? 

«Era un piano semplice: tenere un ritmo alto e correre la prima metà gara tra i 61 minuti e i 61’15”. Ci sono riuscito.» 

Come era l’atmosfera lungo il percorso? 

«La gente è stata straordinaria. Senza il loro sostegno, sarebbe stato molto più difficile tenere fino alla fine.»

C’è qualcosa che non ha funzionato quel giorno? 

«Niente. Sono contento della gara, molto felice per il risultato. Tutto è andato come da programma.»

Ha lasciato i suoi avversari molto indietro fin dall’inizio della gara? Se lo aspettava? 

«Non pensavo assolutamente ai miei avversari. Le uniche cose sulle quali ero concentrato erano i tempi di passaggio che mi ero prefissato.»

I suoi pacer hanno lasciato la gara al 25° km e poi ha dovuto correre tutto da solo. Era tutto pianificato? 

«Non mi aspettavo di rimanere da solo al 30° km, ma sono grato ai pacemaker che mi hanno portato fin lì aiutandomi fino al 25° km». 

Pensa di poter correre più velocemente del tempo fatto registrare oggi? 

«Penso che l’uomo non abbia limiti. Tutto è possibile, i record sono fatti per essere battuti.» 

Pensiamo che lei ora sia stanco e al tempo stesso felice per il record del mondo. Ha ancora obiettivi per il futuro? 

«All’inizio della stagione il mio allenatore ha detto che con il Breaking 2 ho scritto la storia. Ho già corso in 2:03, 2:04, 2:05. A Berlino ho corso in 2:01. Mi manca ancora il 2:02 (ride n.d.r.).»

Parteciperà alle Olimpiadi? 

«Continuerò a correre, certo. Non ho ancora pensato a ritirarmi.» 

Molti maratoneti dicono che dopo aver corso una maratona ci si possa fermare. Lei cosa pensa?

«Amo questo sport, non riesco a fermarmi. Semplice.»

Lei sorride sempre anche in gare estenuanti…

«La maratona è vita. Se vuoi essere felice devi goderti la vita e io mi diverto a correre la maratona. Per questo sorrido.»