La stagione che sta per cominciare, quella all’aperto, tanto per intenderci, sarà la prima senza la presenza di Usain Bolt. I maggiori quotidiani sportivi e non, l’hanno già annunciato asciugandosi lacrime che sgorgavano copiosamente. Che cosa racconteremo senza sua Maestà? Che cosa scriveremo senza le sue gesta, le sue imprese, la sua simpatia? Le sue guasconate? Un bel rebus.
Qualcuno aveva pensato di incoronare come suo delfino Wayde Van Niekerk, fuoriclasse sudafricano capace correre a ritmo di primato del mondo nei 400, sotto i 20” abbondanti nei 200 e via dicendo. L’atleta della nazione arcobaleno che trova casa a Gemona del Friuli durante la stagione estiva, ai Mondiali londinesi, non ha fatto la doppietta che tutti si aspettavano (200 e 400) poi ha avuto la malaugurata idea di correre dietro a una palla ovale e di fracassarsi un ginocchio. Conclusione: quest’anno lo rivedremo? Certamente, ma a stagione iniziata. E in quali condizioni?
All’inizio di marzo a risollevare gli animi di chi pensa che solo la velocità pura sia d’interesse mondiale è arrivato Christian Coleman, con il suo oro e il suo primato del mondo nei 60 sotto tetto, senza bave di vento a favore o contrario. Anche in questo caso lo scrivente ha avuto modo di esprimere la sua opinione in merito, in questa rubrica. Non è finita. Lo scorso weekend – anche se è passato quasi sotto silenzio – si è palesato un altro velocista, sudafricano pure lui, tale Clarence Munyai, anni 20 che a Pretoria ha siglato un bel 19”69, nei 200 con una bava di vento contro 0,5! Sconosciuto ai più. Se riuscite a vedere la gara, vi troverete di fronte un normotipo che in suo colpo si è messo dietro Van Niekerk (19”84), sfiorando pure il primato di Frankie Fredericks (19”68/Atlanta 1996) alle spalle dell’espresso di Waco, Michael Johnson con 19”32. Clarence nel film “La Vita è Meravigliosa” di Frank Capra è un angelo di seconda classe e per conquistare le ali deve compiere una buona azione… ecco Clarence Munyai per ora è un velocista di seconda classe (lo avessimo noi uno così, i quotidiani sportivi avrebbero sparato il titolo in prima pagina a caratteri cubitali) anche se da qualche lustro l’atletica è finita molto, ma molto, anzi troppo nelle ultime pagine. Ad ogni buon conto la volata di Clarence Munyai è visibile su internet, vi consiglio di dare un’occhiata guardando il distacco che ha inflitto agli avversari. Particolare interessante, la prova (semifinale) vedeva al via sette atleti. Il settimo ha chiuso in 22”15…
A proposito di velocisti, mercoledì 21 marzo sono cinque anni che Pietro Mennea ci ha lasciato. Il nostro atleta “nero dentro” come disse a Mohammed Alì, con 19”72 è ancora primatista europeo e ci manca molto.