Il crollo di Ingebrigsten a Copenaghen

Il crollo di Ingebrigsten a Copenaghen

18 Settembre, 2024
Foto @justinbritton da IG Ingebrigsten

Ancora storditi, affascinati, increduli dalle tre vittorie diamantifere in quel di Bruxelles di Leo Fabbri, Gimbo Tamberi e Larissa Iapichino potrebbe essere passato quasi sotto silenzio (ma agli appassionati delle gare lunghe no di certo), la prestazione di Jakob Ingebrigtsen nella mezza maratona di Copenaghen.

Il suo crono finale può lasciare increduli, visto che l’1h03’13″ è un tempo che si registrava a metà degli anni Ottanta anche nelle mezze maratone italiane. Il ragazzo non è uno che si risparmia, lo sanno tutti, anche a scapito di brutte figure. L’ultima, ad esempio, ai Giochi Olimpici quando nei 1500 non è riuscito a salire sul podio, trafitto dallo statunitense Cole Hocker, che non risultava neppure tra i favoriti. Un anno fa lo scozzese Joshua Kerr che lo aveva sbeffeggiato a Budapest e ancora prima dall’inglese Jake Whigtman a Eugene. Va però ricordato che il vichingo si era rifatto nei 5000 metri vincendoli tranquillamente come a Parigi.

Prima di volare nella capitale danese, esattamente meno di 48 ore prima si era presentato in pista nello stadio intitolato a Re Baldovino per mettersi in tasca il diamante con il congruo assegno di 30 mila euro (dollari?). Ha dovuto certamente darsi da fare per intascare il premio fermando i cronometri a 3’30”37. Il giorno prima delle finali della Diamond League, in sede di conferenza stampa era pure rimbalzata la notizia di una sua presenza nella mezza danese. Voce passata quasi sotto silenzio per non rompere l’incanto di una delle finali più attese del circuito diamantifero. Pareva quasi una fake news. Invece, la mattina di domenica ecco che il prode Jakob con in saccoccia un congruo ingaggio si presenta agli ipotetici nastri di partenza della gara da lui mai frequentata sui km 21,097.

Anche se ha un bagaglio di esperienze da far impallidire qualsivoglia altro atleta della sua età (24 anni domani 19 settembre) la mezza è un’altra cosa, va presa a piccole dosi, magari transitando anche per qualche 10 mila in pista. Jakob non prende nulla alla leggera, piazza un passaggio ai 10 mila in 27’27” roba da far impallidire chiunque ma non gli africani assai avvezzi a queste gare. Poi lo sforzo ha presentato il conto: salato, tant’è che si parla pure di qualche metro camminato, mentre è eloquente la foto che lo ritrae seduto per terra dopo il traguardo tagliato in 34ª posizione in 63’13”. La prova è stata vinta dal keniano Sawe in 58’05” su Kiplimo 58”09.
Jakob ha buscato oltre cinque minuti dal vincitore! Tanti. Troppi per uno come lui.
Conoscendolo state tranquilli che ci riproverà e conoscendolo dirà la sua.