Il lamento della corsa campestre

Il lamento della corsa campestre

17 Marzo, 2021
Foto Francesca Grana

Uno sfogo. Solo questo, ma di quelli che lasciano il segno. Procediamo con ordine. Domenica mattina a Campi Bisenzio si sono disputati gli Assoluti e i Societari di corsa campestre, manifestazione che da qualche anno è chiamata “Festa del Cross”. Stare ora a disquisire se è giusto unificare le due manifestazioni, non è l’oggetto del nostro spunto, anche se al sottoscrittore di queste note non garba affatto questa novità ideata qualche anno fa. Lo stesso giorno, potenza dei “social”, qualcuno, non uno qualsiasi, un grande ex della nostra corsa campestre, ha pensato bene di entrare in argomento, chiedendosi il motivo, della mancata presenza di atleti militari che sono stati, non tanto tempo fa, la spina dorsale dell’atletica e della corsa campestre.

Il sasso nello stagno è stato lanciato da Gabriele De Nard che vanta addirittura ben 17 presenze in maglia azzurra in altrettanti campionati europei che attraversano i campi, 7 ai Mondiali. De Nard il dolce sapore del fango lo ha sempre saputo apprezzare, queste le sue parole scritte in punta di penna, forse battendo però furiosamente sui tasti del suo computer: “Guardando i Campionati italiani di cross e di Società, credo che qualcosa non funzioni nella programmazione degli atleti

Ancora: “la mia modesta osservazione è fatta nei confronti degli atleti militari… non è possibile che le società militari non presentino le squadre… non tutti fanno le Olimpiadi…e anche quelli che le facevano…una volta partecipavano ai CDS. A livello maschile in due giorni di gare ci saranno stati sì e no cinque atleti militari… onore ai civili che si allenano dopo lavoro e fanno gare…”

La miccia è stata accesa sono intervenuti in parecchi, senza lordare di insulti (come spesso accade) la pagina facebook di Gabriele De Nard. L’ex azzurro ha perfettamente ragione, sino a qualche anno fa, la squadra delle Fiamme Gialle, la corazzata dell’atletica italiana, era in grado di presentare una squadra di livello per vincere il titolo per poi, chissà perché, a volte di evitare di prendere parte alla Coppa Campioni di cross. Andando a ritroso nel tempo, la Pro Patria di Cova e Panetta che battagliava contro lo Sporting di Lisbona dei gemelli Castro non se la ricorda più nessuno, vedere i filmati di allora, pare di vedere scene da film muto, sono ormai pezzi d’archeologia. I quotidiani sportivi mandavano inviati a seguire le gesta della squadra di Beppe Mastropasqua, sostituita con il passare degli anni dalla Paf di Verona di Dario Bergamini e ultimi in ordine di tempo la Co-Ver dei fratelli Pizzi.
Lunedì, i tre quotidiani in merito alla “Festa del cross” hanno scritto: Tuttosport 5 righe, Gazzetta dello Sport 10 righe, Corriere dello Sport 6 righe. Quello degli anni ’80/’90 era il cross, con la C maiuscola, con Mondiali dove la sfida Gebre – Tergat era un piatto succulento da gustare, quando fu istituito il Cross Continentale, spuntò un certo Paulo Guerra, lusitano, capace di mettere in fila anche gli africani.
Ultima considerazione: nel programma elettorale del nuovo presidente della Fidal Stefano Mei vi è una sorta di “obbligo” agli atleti azzurri in odor di nazionale di prendere parte a qualsiasi campionato. Si spera che Mei riesca nel suo intento. Lui stesso il cross lo conosce benissimo, sa che è il latino della corsa!