Eyob Faniel, il ragazzo venuto dal Corno d’Africa

Eyob Faniel, il ragazzo venuto dal Corno d’Africa

24 Ottobre, 2017
Giancarlo Colombo

Non è spuntato dal nulla Eyob Faniel. Sì, d’accordo, tre anni fa vinceva gare che potevano sembrare delle non competitive mascherate mentre domenica si è imposto nella Venicemarathon.

Il ragazzo è nato ad Asmara in Eritrea terra martoriata come le altre del Corno d’Africa, è arrivato in Italia a 13 anni e da 2 è divenuto italiano. La sua, tanto per essere chiari, non è una storia strappalacrime, merita almeno come si diceva un tempo sui quotidiani della sera “cinque righe in cronaca”. E poiché il numero delle righe è davvero esiguo, mi accingo ad aggiungerne altre e proseguire.

Eyob Faniel ha lo sguardo vispo e la parlata quasi vicentina, vivendo in quel di Bassano del Grappa, l’atletica l’aveva “assaggiata” come mezzofondista veloce, ma ci voleva una vecchia volpe, atleticamente parlando, come Giancarlo Chittolini che ogni tanto esce dalla sua regione e scova personaggi di un certo interesse. L’anziano e valido allenatore che organizza la maratona di Salsomaggiore, consigliò al ragazzo dalla pelle ambrata di allungare la gittata, traduzione: passare a distanze più consone alle sue caratteristiche che non erano da mezzofondista veloce.

Eyob Faniel viene tesserato per la Venicemarathon, diviene il testimonial della gara, per ben due volte pare pronto a esordire in Laguna, ma in entrambi i casi viene fermato da problemini muscolari. Faniel si vede così a Firenze (esordio in 2h15’39”) un anno fa, poi anche in campestre (leggi Campaccio), non fa mai brutta figura, anzi a S. Giorgio corre senza scarpe chiodate e arriva nei pressi di Yeman Crippa. D’estate veste l’azzurro nei 10.000 in Coppa Europa, insomma lentamente cerca di salire la scala verso l’empireo.

Ci è riuscito domenica, tra le mille polemiche che hanno scatenato l’errore di percorso che ha sviato i battistrada, forse non avrebbe vinto, forse invece… la controprova non c’è. Sta di fatto che il 25enne prima lavorava in una piscina, ora fa l’atleta a tempo pieno, da un anno è seguito da Ruggero Pertile che la maratona la conosce a menadito e l’ha seguito in bicicletta sino sul traguardo. La sua è un’avventura che potrebbe, forse, un giorno portarlo lontano. Non resta che incrociare le dita.