C’è vita dopo questi ori?

C’è vita dopo questi ori?

11 Agosto, 2021
Foto Giancarlo Colombo/FIDAL
Dopo solo tre giorni dalla chiusura dei Giochi analizzare quanto è accaduto è difficile. In primo luogo nessuno, ripeto nessuno, avrebbe mai sognato un raccolto simile: 5 ori. Prima della partenza, c’erano riviste titolate, che da decine e decine di anni sono considerate una sorta di Bibbia – leggi Track&Field (Usa) – che non ci concedevano neppure un alloro. Gianmarco Tamberi ottavo, Marcell Jacobs quinto e come finalisti (primi otto) e qualche piazzamento nella marcia, questo si leggeva. Anche dalle nostre parti, nessuno era ottimista, si parlava e scriveva di una medaglia per “Gimbo” e una per Antonella Palmisano, di quale metallo non era dato a saperlo. Poi tutti hanno visto cos’è successo. L’Italia completamente impazzita, audience televisiva con picchi inaspettati di ascolto, quotidiani che ci hanno riservato spazi mai visti in passato.

C’è chi ha masticato amaro (leggi i quotidiani Usa a partire dal Washington Post) quando si sono accorti che il loro trio delle meraviglie nei 100 era stato sconfitto da un anonimo velocista spuntato da chissà dove, mai sentito nominare, secondo loro. Non erano informati che Marcell Jacobs già a marzo aveva realizzato la miglior prestazione mondiale dell’anno nei 60m  indoor. L’amaro in bocca agli yankee è rimasto anche nei 200, nei 400, nei 400hs, non parliamo poi della staffetta 4×100.

Stare ora a ripercorrere questo meraviglioso viaggio azzurro è pleonastico, la domanda che ci si pone è la seguente: c’è vita oltre questi ori? Il DT Antonio La Torre, uomo che tiene ben saldi i piedi per terra, sostiene che si può lavorare bene per il futuro. La velocità azzurra sta dominando il mondo, sarà un volano per nuovi adepti, i nomi nuovi ci sono, eccome. Vi siete accorti di un certo Sibilio, capace di esprimersi su ottimi standard nei 400 ostacoli e in piano, si scommette a ragion veduta su Nadia Battocletti e Gaia Sabbatini nel mezzofondo veloce, Dellavalle nel triplo, Tortu nei 200 (era ora..) senza scordarci di Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs che con Antonella Palmisano, Massimo Stano e la staffetta dei sogni (Desalu e Patta) saranno impegnati il prossimo anno ai Mondiali di Eugene e in agosto agli Europei di Monaco.

I Campionati continentali tedeschi saranno la cartina di tornasole in vista dei Giochi che si disputeranno a Parigi fra 3 anni.
C’è anche il rovescio della medaglia. Il mezzofondo uomini (800 e 1500) è sparito. Yeman Crippa sarà capace di ripartire certamente, ma la maratona? Sia maschile che femminile? Per concludere una riflessione profonda va fatta, in seno alla nuova dirigenza che è stata eletta il 31 gennaio. Ci sono delle discordanze tra i componenti dal primo giorno dello stesso Consiglio, non spetta a chi scrive dire chi ha ragione o torto. I signori che si siedono attorno a un tavolo si ricordino che fanno parte di un solo e unico partito: il PDAI (Partito dell’Atletica Italiana), trovino un accordo per lavorare i prossimi 3 anni. Come prima mossa confermare il 30 settembre alla guida della nazionale italiana il prof di Sesto S. Giovanni Antonio La Torre, evitando di fare circolare nomi difficilmente digeribili. Forse partendo da questo punto il futuro potrà essere ancora più sereno.

Avviso ai naviganti. Zona mista si prende una settimana di stop, ritorna il 25 agosto. Buon Ferragosto!