La bella Italia

La bella Italia

12 Agosto, 2024
Foto Grana/FIDAL

Il prode Antonio La Torre D.T. della nazionale azzurra, prima di partire per Parigi, aveva come suo costume volato basso. Non ha parlato di medaglie, bensì di atleti che avevano un “alto tasso di competitività”, ha fatto i nomi degli atleti che potevano aspirare a tanto, di allori non ne aveva parlato, a differenza di quanto, invece, sosteneva il presidente Stefano Mei.

Lo Stade de France ha dato il suo responso: 17 finalisti (La Torre ne aveva contanti 15) medaglie tre: due bronzi e un argento. Le dichiarazioni dei due massimi esponenti della federazione sono state molto positivi: Italia potenza mondiale dell’atletica

Si è parlato del placing table (classifica a punti) che tiene conto dei finalisti di ogni specialità (entro i primi otto), già presa in considerazione lo scorso anno dopo i mondiali di Budapest (4 allori) e quasi neppure menzionata dopo Tokyo (5 ori). Arrivare ai piedi del podio nella maggioranza dei casi (ben 5) fa male, porta molti ponti, ma il quarto posto, non è il terzo! Non vien assegnata medaglia, se non quella ipotetica di cartone e neppure la classifica a punti, molte volte ciambella di salvataggio di quando il raccolto è scarso.

La nazionale azzurra ad ogni buon conto c’è, è protagonista a tutti gli effetti, in quasi, tutte le gare, ribadiamo il quasi, poiché ad esempio la maratona italiana a Parigi è letteralmente sparita, e se non andiamo errati neppure presa in considerazione nei commenti finali, nel mezzofondo 5 e 10 mila uomini non avevamo atleti in gara. L’Italia del futuro potrà contare sulla presenza di giovani che se dovessero mantenere le promesse (leggi Furlani, Simonelli, Iapichino, la stessa Nadia Battocletti) avranno un avvenire importante davanti a loro: Los Angeles 2028 per intenderci, transitando per i vari campionati Mondiali ed Europei. Ci è parsa un po’ esagerata la prospettiva Brisbane 2032, otto anni nello sport sono un’immensità! 

Si diceva delle medaglie e dei quarti posti. L’argento di Nadia è stato qualcosa di indescrivibile, la sua presenza in gara: semplicemente perfetta. Tatticamente inattaccabile. Ora anche le africane dovranno fare i conti con lei. Teniamo però presente che qualora si fosse messa al collo l’argento nei 5000 ben difficilmente l’avremmo vista sulla distanza doppia.

Mattia Furlani ha nel sangue l’atletica, lo si vede da come si esprime già da atleta consumato, pure lui ha un domani su misure molto elevate. Il terzo metallo pregiato è andato ad Andy Diaz nel triplo. Azzurro dal 1º agosto, dopo traversie personali dolorosissime, è stato aiutato dall’ex capitano degli azzurri Fabrizio Donato.

Delusioni in minima parte ci sono, la nazionale chiude il capitolo olimpico promossa a pieni voti, ma non con l’enfasi dei responsabili, tenendo anche conto di quanto ha pubblicato via “social” Massimo Stano: da cinque ori si è passati a cinque quarti posti.

P.S. Per la storia di Gimbo Tamberi occorrerebbe un tomo…

Buon Ferragosto a tutti. Ci si rivede per il Golden Gala.