Così parlò il DT Antonio La Torre

Così parlò il DT Antonio La Torre

18 Marzo, 2020
Foto Giancarlo Colombo

“Ho appena terminato di parlare con i vari Polizzi, Visini, Pratizzoli, Camossi”. Così ci informa al telefono Antonio La Torre DT della nazionale italiana. Il tecnico è nella sua Milano, guida e segue i nazionali con il suo smartphone. “Il focus ora è tenersi allenati ma con meno intensità. Mi spiego meglio: Eyob Faniel dopo il primato in maratona in Spagna avrebbe dovuto prendere parte ai Mondiali di mezza maratona, poi staccare per quindici giorni. In questo, caso visto l’annullamento della prova iridata, le due settimane di sosta è meglio farle ora. Il pesista Leonardo Fabbri ha già gareggiato tanto, se si ferma, non è un male. Spiace per Valeria Straneo e Giovanna Epis che avrebbero dovuto farci vedere qualcosa d’interessante sui 21 km in Polonia, così come Yeman Crippa che ha annullato l’allenamento in quota in Arizona, mentre Jacobs e Tortu si allenano in solitaria. Filippo nel campo di Giussano (MI), ha le chiavi dell’impianto per potervi entrare e in casa pare si sia costruito una sorta di piccola palestra. Abbiamo fermato Marta Zenoni che vive nella zona di Bergamo, per ovvi motivi. A Sesto S. Giovanni nel campo intitolato a Pino Dordoni, dove l’atletica rischia a giugno di essere sfrattata, è rimasta Alessia Trost, mentre a Rieti Davide Re continua regolarmente gli allenamenti, con altri atleti a orari diversi”.

Come potete leggere non è un quadro dal quale possa trasparire molta tranquillità per la stagione olimpica che dovrebbe (il condizionale è diventato un imperativo!) iniziare a breve con gli azzurri che hanno la possibilità di proseguire nella loro preparazione.

“Tutto dipende dal CIO (Comitato Olimpico), quando Bach dirà se le Olimpiadi, che a parer mio sono a rischio, si svolgeranno regolarmente o meno, pure noi dell’atletica italiana prenderemo delle decisioni. Sarà probabile un grande affollamento di gare all’inizio autunno, l’esempio eclatante: la maratona di Londra che ha un budget che noi manco ci sogniamo, in calendario a ottobre. Resto dell’opinione che qualora i Giochi fossero rimandati o annullati, occorre intensificare l’attività nella seconda parte dell’anno, almeno in Italia, affinché gli atleti, possano esprimersi e non buttino al vento una stagione”.