Meno di dieci giorni e avrà inizio il mondiale settembrino. La rassegna iridata che avrà come teatro delle operazioni Doha nel Qatar. Un luogo dove la temperatura oscilla tra i 25 gradi della notte e i 38 durante la giornata, tant’é che per ovviare questi “inconvenienti” atmosferici nello stadio dove si disputeranno le gare mondiali hanno istallato potenti condizionatori al livello della pista. Le gare su strada maratone e marcia partiranno a mezzanotte (ora locale) o un’ora prima per la 50 km di marcia.
L’Italia arriva in forze per disputare il Mondiale con ben 65 elementi (34 uomini e 31 donne), una spedizione molto corposa molto più numerosa delle precedenti (Pechino e Londra). Sarà un campionato dove sarà oltremodo difficile lasciare il segno, inteso come raccolta di medaglie. Si ripete da qualche tempo che l’Europa potrebbe essere il nostro terreno di conquista, anche se lo scorso anno a Berlino le cose non sono andate per il verso giusto, purtroppo però il mondo viaggia ad altre dimensioni. Il DT Antonio La Torre ha sempre predicato prudenza, in altre parole non lasciarsi andare a facili entusiasmi, nonostante i risultati di Yokohama (Mondiali di staffette), le buone prestazioni del Campionato Europeo per Nazioni (Coppa Europa), idem. Vietato farci illusioni.
Vediamo di analizzare le nostre possibilità. Le nostre punte, i nostri uomini/donne che potrebbero andare a segno, sono da ricercare tutti nella “santa” marcia, come sempre. Specialità negletta che a ogni rassegna mondiale, olimpica ed europea arriva in soccorso alla madre patria. Ci si affida ad Antonella Palmisano, Massimo Stano ed Eleonora Giorgi i primi due impegnati nella 20 km, Eleonora nella 50 km. Tutte gare di fatica, dove si sa, gli italiani da sempre eccellono e che i tre marciatori certamente avranno preparato per bene.
Gli altri. Durante l’anno si sono spesi fiumi di parole su Pippo Tortu, adesso è arrivato il momento della verità. La finale, questo si chiede al ragazzo, nei 100 metri impegno assai gravoso ma per puntare in seguito a Tokyo come paventato da più parti occorre dimostrare fin da Doha il proprio valore. La finale deve essere la cartina di tornasole di Davide Re dopo i risultati dell’anno, nei 400 metri, la finale si chiede al quartetto della 4×100, maschile, una prestazione tra i primi dieci per i nostri maratoneti e, pure per la volitiva e mai doma Sara Dossena. Un posto tra le grandi finaliste al nostro fenicottero del salto in alto Alessia Trost e una prova d’orgoglio di Gimbo Tamberi, e perché no, il nuovo primato italiano per Yeman Crippa, in teoria impegnato sia nei cinque sia nei dieci mila, il più continuo della spedizione azzurra, il ragazzo che non chiede mai. Non resta che attendere il giorno 27 settembre, data di inizio dei Mondiali, poi via di corsa sino al 6 ottobre. Buon vento azzurri!