Accadde… domani: le corse che furono, in questi stessi giorni 

Accadde… domani: le corse che furono, in questi stessi giorni 

24 Agosto, 2020
Stefano Mei (a sinistra) con Maurizio Damilano (Foto: Giancarlo Colombo)
Da lunedì 24 a domenica 30 agosto, ecco cosa accadde negli stessi giorni che stiamo vivendo. 

I giorni finali di agosto sono pieni di ricordi molto belli per tutti gli appassionati di atletica e, in particolare, di corsa, perché queste date si sono spesso svolte le gare dei grandi appuntamenti istituzionali: Giochi olimpici, Mondiali ed Europei. In questa puntata si ricordano, ad esempio, le giornate degli Europei di Stoccarda ’86, con il “triplete” dei 10.000 m “Mei-Cova-Antibo” e la vittoria in maratona che diede il via alla carriera straordinaria di Gelindo Bordin, ma riemergono anche nomi di eccellenti mezzofondisti azzurri come Roberta Brunet, Giuseppe D’Urso o Vittorio Fontanella. 

La chiusura è invece riservata al centenario della prima medaglia olimpica azzurra in maratona: il 22 agosto 1920 Valerio Arri conquistò il bronzo ai Giochi di Anversa.

24 agosto 1980 – Ancora “carico” dopo il magnifico quinto posto sui 1.500 m all’Olimpiade di Mosca, il veneto Vittorio Fontanella scende in pista sui 3.000 m del meeting di Caorle (VE). Spinto dal tifo, l’azzurro parte subito a buon ritmo e conclude al primo posto la gara in 7’48”74, a circa due secondi dal limite italiano di Franco Fava (7’46”2). Fontanella spinge nel finale, per tenere a distanza il campione italiano dei 5.000 m Alberto Cova, che taglia il traguardo in 7’51”00. È una gara che, senza troppi clamori, sembra preparare quel cambio generazionale che, nei primi anni ottanta, fu così ricco di successi per il medagliere italiano. 

25 agosto 2002 – A Sapporo (JPN), trent’anni prima sede dei Giochi invernali (1972), si disputa la maratona. Stupisce in campo femminile, con poche gare nelle gambe, Chika Horie, che vince a ritmo di record con 2:26’11”. Più lenti gli uomini: primo è il keniano Samson Kandie in 2:15’12”.

26 agosto 1986 – A Stoccarda (GER) si disputa la finale dei 10.000 m degli Europei di atletica. L’Italia parte favorita con il campione uscente, Alberto Cova, e i mezzofondisti emergenti Stefano Mei e Salvatore Antibo. Piove a tratti e le condizioni meteo fanno sì che l’inizio sia tattico, con un folto gruppo in testa fino a metà gara. Poi, sono proprio i tre italiani a scuotere la gara con allunghi che riducono il plotone di testa a otto pretendenti: oltre agli azzurri il portoghese Domingos Castro, lo svedese Matts Erixon, l’intramontabile finlandese Martti Vainio, l’irlandese John Treacy e il francese Jean Luis Prianon. A due giri dalla fine è magnifico vedere Cova, Antibo e Mei fare la selezione decisiva, mentre l’unico che non si arrende è Castro. A trecento metri dalla fine lo spezzino Stefano Mei parte in volata lunga. Cova risponde, Antibo accusa un secondo di ritardo. A 100 metri dalla fine Cova affianca Mei, ma il campione ligure reagisce e vince in 27’56”79 davanti all’Alberto nazionale (27’57”93) e a Salvatore Antibo (28’00”25). L’Italia domina letteralmente il podio dei 25 giri.

27 agosto 1993 – Noureddine Morceli è la stella del Grand Prix Iaaf di Berlino. L’asso algerino vince la gara del miglio in 3’46”78 davanti al somalo Abdi Bile, 3’52”37. Nei tremila siepi Alessandro Lambruschini sfiora la vittoria giungendo secondo in 8’12”59, preceduto dal solo keniano Patrick Sang (8’11”08). Billy Konchellah (KEN) vince gli 800 m in 1’44”22 e Giuseppe D’Urso è sesto in 1’45”56. Grande lotta negli 800 femminili: Maria Mutola vince in 1’57”99 davanti all’astro nascente Svetlana Masterkova (1’58”46). Nei 5.000 m vince Sonia O’Sullivan in 14’45”92. Terza Tegla Lorupe in 15’08”03, settima Roberta Brunet in 15’16”93. 

29 agosto 1993 – Vincere una maratona in 2:14’ a livello internazionale passa quasi inosservato, ma se la gara si disputa ai 2.247 metri di quota di Città del Messico il risultato è eccezionale. Non poteva che essere un eroe nazionale come Dionicio Ceron (tre volte vincitore a Londra) a realizzare l’impresa, riuscendo a domare la volontà del connazionale Benjamin Paredes, secondo in 2:15’05”. Più staccati concludono nell’ordine Philemon Lopez, 2:17’23”, Pablo Olmedo, 2:17’54”, e Maurilio Castillo, 2:18’12”. Fra le donne si impone Diaz in 2:43’16”. Il tempo di Ceron è ancora record del percorso. Anni belli per la maratona messicana: sono quelli anche di Salvador Garcia, German Silva, Andres Espinoza, capaci di aggiudicarsi classiche come New York.

30 agosto 1986 – È un sabato pomeriggio quando si disputa la maratona maschile degli Europei di Stoccarda. All’uscita dallo stadio è l’inglese Steve Jones, allora recordman mondiale, a partire sparato. Il gallese passa ai 5.000 m in 14’30” e, al giro di boa, accumula un vantaggio di circa due minuti. Ma il gruppetto degli inseguitori (i nostri Gelindo Bordin e Orlando Pizzolato, i tedeschi Herbert Steffny e Ralf Salzmann) gli è addosso verso il trentesimo chilometro. Sotto la spinta di Pizzolato il gruppetto si frantuma. L’unico a seguire Orlando è proprio Gelindo. Trascinati dal tifo dei tanti connazionali presenti sul percorso, Pizzolato e Bordin entusiasmano prendendo un vantaggio importante a circa cinque chilometri dall’arrivo in pista. Sul tartan si consuma una sorta di “rito fratricida” con Bordin che parte in volata e vince il titolo continentale in 2:10’54” davanti a Orlando Pizzolato (2:10’57”). Terzo Steffny in 2:11’30”. Gianni Poli è 15° in 2:15’25”. Steve Jones conclude stremato al 20° posto in 2:22’12”.

Cento anni fa il bronzo di Valerio Arri nella maratona dei Giochi olimpici di Anversa

Un anniversario che celebriamo in ritardo, chiedendo per questo scusa ai lettori

22 agosto 1920 – Si disputa la maratona dei Giochi olimpici di Anversa. Dopo cinque giri in pista, si va verso la periferia, verso Aartselaar, Reet, Kontich, dov’è posto il giro di boa di una gara che risulterà di 42,750 m. Sarà la grande giornata di un pioniere del mezzofondo come il finnico Hannes Kohlemainen, che a un certo punto prende l’iniziativa e raggiunge il sudafricano Chris Gitsham, che aveva tentato la fuga. A metà gara i due transitano in 1:13’11”, inseguiti a 48 secondi dal romano Ettore Blasi. Ma Gitsham si ritira al 37° chilometro, mentre dalle retrovie iniziano un recupero incredibile l’estone Juri Lossman e Valerio Arri, che a metà era addirittura nono. Kohlemainen soffre ma vince in 2:32’35” con soli tredici secondi rispetto a Lossman, mentre è medaglia di bronzo Valerio Arri. Sul traguardo la felicità del maratoneta di Portacomaro di Asti è incontenibile.