Accadde… domani: le corse che furono, in questi stessi giorni 

Accadde… domani: le corse che furono, in questi stessi giorni 

02 Agosto, 2020
Foto: Giancarlo Colombo
Da lunedì 3 a venerdì 7 agosto ecco cosa accadde nell’atletica e nella corsa negli stessi giorni che stiamo vivendo. 

Se l’atletica fosse sempre come è di solito in agosto, si farebbe indigestione di eventi memorabili. A questo giro, su tutti, il primo posto di Alberto Cova (nella foto) sui 10.000 m nell’Olimpiade di Los Angeles, il 6 agosto 1984, primo italiano a vincere l’oro a cinque cerchi sui 25 giri. Dal 1982 al 1984 Cova è il “signore” della distanza. 

Divertente, poi, è vedere quante volte la pista ha fatto partire carriere che si sono poi sublimate nella maratona. Tra le citazioni trovate quella di un “giovane Haile Gebrselassie” e di un “giovane Eliud Kipchoge”. Che storie! 

D’accordo con la direzione, “Accadde domani” si concede un paio di settimane di pausa per tornare a connettersi per Ferragosto. 

3 agosto 1996 – Due finali appassionanti ai Giochi olimpici di Atlanta. Nei 1.500 m grande attesa per il confronto fra l’algerino Noureddine Morceli e il marocchino Hicham El Guerrouj: inizio tatticissimo, poi l’imprevisto al terzo giro. Hicham cade rovinosamente, addio primo posto. Morceli riesce a compiere l’ultimo giro in 53”5. Neanche un mezzofondista avvezzo a finali veloci come il campione olimpico di Barcellona’92, Fermin Cacho, riesce a replicare. Vince Noureddine in 3’35”78 davanti a Cacho, 3’36”40. El Guerrouj è malinconicamente dodicesimo in 3’40”78. Avviene invece quasi un miracolo nella finale dei 5.000 m: con poche gare nelle gambe vince il burundiano (di casa in Italia) Venuste Niyongabo con 13’07”96, che precede l’eterno secondo Paul Bitok.  Devastante l’ultimo chilometro: 2’27”85. Dodicesimo è Genny Di Napoli (13’28”36). 

4 agosto 1993 – Il Weltklasse di Zurigo propone gare di spessore in chiave azzurra. Una delle stelle dei 5.000 m è Francesco Panetta. “Frank” si mette sulla scia di Khalid Skah, Richard Chelimo e Haile Gebrselassie. Sembrano ritmi impossibili, ma il campione mondiale 1987 delle siepi fa appello al suo spirito di sofferenza per chiudere in 13’06”76, seconda prestazione italiana di tutti i tempi. Vince con la solita volata Khalid Skah (13’04”67) davanti a Yobes Ondieki (13’05”09) e a Richard Chelimo (13’05”14), entrambi keniani. Un giovane Gebrselassie è quarto in 13’05”39, poi il keniano Ismael Kirui, al mondiale juniores in 13’05”39. Negli 800 m bel secondo posto di Andrea Benvenuti: 1’44”55, preceduto dall’americano Johnny Gray, 1’44”03. Negli 800 donne vola ancora una volta la mozambicana Maria Mutola, prima in 1’55”62.

5 agosto 2003 – È ancora Juniores, non ha ancora deciso cosa farà da grande e per il momento a Stoccolma Eliud Kipchoge (KEN) vince i 5.000 m del Meeting Iaaf in 13’00”63 con l’ultimo giro in 55”18. Dietro finiscono nell’ordine Leonard Mucheru (13’02”44) e Albert Chepkurui (13’04”20). Il re dei cross europei Sergey Lebid, ucraino, è nono (13’15”15). 

6 agosto 1984 – Per la prima volta un italiano è campione olimpico dei 10.000 m. È la serata di Alberto Cova da Inverigo (CO), che a Los Angeles completa un tris d’assi. Campione europeo (Atene ’82), campione mondiale (Helsinki ’83), campione olimpico in 27’47”54 con il solito, ormai proverbiale finale irresistibile, di cui fa le spese il finlandese Marrti Vainio, e l’altrettanto ormai canonico “Cova-Cova-Covaaaa!!!” di Paolo Rosi. Con la successiva squalifica per doping di Vainio secondo è l’inglese Mike Mc Leod (28’06”22), e ahinoi quarto Salvatore Antibo (28’06”50).

7 agosto 199 – Una delle poche maratone estive è quella di Helsinki, dedicata sin dall’inizio al grande Paavo Nurmi. In pochi ci fanno caso, ma a vincere l’edizione del 1993 è un mezzofondista cresciuto a suon di corse campestri, lo spagnolo (anzi, basco) Martin Fiz, che all’esordio sulla distanza vince in 2:12’47” con sette minuti di vantaggio su Pesonen (2:19’43”). Fa le prove generali in vista degli Europei dell’anno dopo, che vincerà. Allora ci si accorgerà di lui, come due anni dopo, quando, poco distante, a Goteborg, si imporrà nel mondiale davanti al messicano Dionisio Ceron.