Un modo alternativo per migliorare: “poco, ma sempre”

Un modo alternativo per migliorare: “poco, ma sempre”

Foto: 123rf
Ad aprire la sezione “Allenamento” di Correre di marzo c’è un metodo diverso dal classico alternare giornate di lavoro intenso ad altre di solo recupero, consistente nello stimolare un singolo aspetto tecnico in ogni seduta. Più benefici e divertimento, meno stress psico-fisico e contenuto decadimento dell’azione di corsa logorata dal troppo correre lentamente e a lungo.

Siamo tutti abituati a pensare che siano le sedute di elevato carico a determinare i maggiori benefici allenanti. Per questo, il più delle volte, i programmi di allenamento prevedono una seduta di grande carico, particolarmente stancante, che poi richiede numerose ore (anche 3 giorni), per far ritrovare al nostro corpo la completa rigenerazione.

È questa l’unica strada che un runner può seguire per migliorare?

No, secondo Orlando Pizzolato, che su Correre di marzo indica una strada alternativa il cui motto è “poco, ma sempre”.

Una strada alternativa

“Per tutti noi – spiega Pizzolato -, che non disponiamo né del talento dei top runner né del tempo da “investire” in recupero che caratterizza la loro giornata, ma che al contrario dobbiamo spesso incastrare la corsa negli scampoli degli impegni della vita, non è escluso che possa essere più efficace percorrere una strada alternativa per raggiungere una buona condizione di forma. 

Come cambia il programma 

“L’aspetto particolare di questo tipo di programmazione consiste nel fatto che, praticamente a ogni seduta, si debba stimolare un determinato aspetto tecnico, che può essere fisiologico o meccanico. 

Prendiamo a riferimento la corsa media: se in un programma classico è previsto di eseguirla per 10-14 km, nel nuovo metodo può essere anche solo di 8 km, perché il giorno successivo si devono correre dieci prove di 200 m e il giorno successivo ancora è previsto che si debba sostenere una seduta di 5 ripetute da 1.000 m.” 

“Presentato così – riconosce Pizzolato -, si può pensare (e temere) che in questo programma di lavoro non ci sia un momento di pausa e che si sia sempre sotto pressione, ma poi, alla resa dei conti, ci si accorge che lo sforzo della singola giornata risulta contenuto, tanto che si arriva presto alla fine della seduta. Inoltre, la varietà degli stimoli, che interessano ogni ambito fisiologico, rende meno noiosi e ripetitivi gli allenamenti.”

“In questo tipo di pianificazione – aggiunge ancora Pizzolato – non sono previste le classiche sedute di corsa veloce (per intenderci: la corsa media per molti chilometri e il corto veloce): il miglioramento indotto da questi allenamenti lo cercheremo nelle gare, altra situazione che stimola e gratifica i corridori di ogni livello.” 

I benefici 

Nel suo intervento su Correre di marzo, Orlando Pizzolato passa poi in rassegna e spiega nel dettaglio i numerosi benefici di questo metodo, già collaudato da tecnici di “vecchia guardia”, autori di successi sportivi di massimo livello mondiale, benefici individuabili soprattutto nel miglioramento dell’efficienza meccanica della corsa e nel contenuto stato di affaticamento.

Una tabella-esempio

Come esempio pratico di questo metodo, il servizio si chiude con una preziosa tabella di preparazione, in cui ogni giorno il corridore corre velocemente e la gara è prevista come uno stimolo allenante che va a sostituire il fondo medio o il corto-veloce. 

In questo modo, oltre agli aspetti fisiologici che si vogliono migliorare, la corsa svelta praticata quotidianamente agisce come elemento di rafforzamento degli automatismi biomeccanici per correre bene e con efficienza.

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio I vantaggi del poco, ma sempre”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 449, marzo 2022 (in edicola da inizio mese), alle pagine 30-32.

 

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