Si chiama “Doppia seduta di qualità” e può consistere nell’effettuare due allenamenti di elevato impegno nello stesso giorno, ma anche un allenamento impegnativo subito dopo (o poco prima di) una gara “tirata”. Giorgio Rondelli analizza alcuni esempi clamorosi e spiega a cosa possono servire.
Nei mezzi di allenamento per le gare di fondo e mezzofondo nessuno inventa più nulla da diversi decenni. I concetti di fondo lento, medio e veloce, le tre grandi andature della corsa uniforme, sono stabili da sempre, così come l’impostazione delle ripetute, delle sedute lattacide, del fartlek o dell’intervall training. Anche per il potenziamento muscolare le opzioni sono in genere le solite: dall’utilizzo delle salite, alle sedute in palestra con eventuale uso dei pesi, fino ai vari circuiti di forza e resistenza.
Sono piuttosto in continua evoluzione gli assemblaggi di tali mezzi, come si vede osservando come gli allenamenti di alcuni campioni che vanno per la maggiore.
La seduta post gara
Hanno destato, ad esempio, una certa curiosità alcuni metodi dei fratelli norvegesi Henrik, Filip e Jakob Ingebrigtsen che, subito dopo aver corso una gara sui 1.500 m ad altissimo livello al meeting di Losanna dello scorso luglio, hanno svolto 10 ripetute sull’anomala distanza dei 350 m, in 1’, recuperando poi solo i pochi secondi indispensabili per percorrere i 50 m necessari a completare ogni giro di pista, prima di effettuare la prova successiva.
Il metodo Salazar
Qualcosa di molto più intenso lo abbiamo visto visionando un filmato riguardante il gruppo guidato dal discusso Alberto Salazar, già coach di Mo Farah e Galen Rupp e oggi anche di Sifan Hassan e Konstanze Klosterhalfen.
Nel video si vedono Rupp e Mary Cain che, dopo due competizioni indoor ˗ il primo sulle 2 miglia, la seconda sui 1.000 m ˗, raggiungono in fretta e furia un altro impianto al coperto per effettuare i due allenamenti che seguono. Galen Rupp: 4 volte 1 miglio correndo l’ultima prova in 4’03”, con un passaggio ai 1.500 m in circa 3’46”. Mary Cain: 1×5.000 m poco sopra i 17’, quindi alcune prove veloci sui 400 m, con l’ultima sotto i 60”.
Esagerato? Forse sì, ma è comunque tutto da dimostrare.
Pre start
Non ci sono però solo le sedute post gara nell’atletica moderna. Sempre gli Ingebrigtsen, stavolta solo Henrik e Jakob, sono stati visti effettuare una decina di ripetute sui 300 m a ritmi medio elevati come forma di riscaldamento prima di una gara. Quel che stupisce è che la gara in questione fosse la finale dei 5.000 m agli Europei di Berlino dell’anno scorso, che i fratelli norvegesi chiusero al primo e al secondo posto.
A casa nostra, la mattina di una recente corsa su strada (la Strafferandina di oltre 10 km, che poi vinse correndo a circa 3’21”/km), Sara Dossena affrontò 20 km a poco più di 4’/km. Nel corso dell’intera giornata mise insieme quasi 40 km fra corsa mattutina, riscaldamento, gara e successivo defaticamento.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Oltre i soliti schemi”, di Giorgio Rondelli, pubblicato su Correre n. 420, ottobre 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 36-40.