Tutti i dettagli di uno degli eventi di running off-road più importanti del 2020, l’impresa del giovane Davide Magnini, che lo scorso 10 luglio aveva raggiunto la cima più alta del Trentino-Alto Adige in 2:18’15”.
“Il futuro è dalla sua parte: quando Davide Magnini, portacolori del Centro Sportivo Esercito e atleta del team Salomon, ha migliorato il record di salita-discesa dall’Ortles di Marco De Gasperi (2:36’50”) aveva 23 anni, contro i 38 di De Gasperi nel 2015.”
Come si progetta un’ascensione di corsa
Da qui parte l’intervista del nostro esperto di trail running Fulvio Massa a Davide Magnini, che racconta:
«Non c’è mai stato un vero e proprio progetto al riguardo, perché è nato tutto da una battuta di Marco fatta durante una serata subito dopo il lockdown. Sul momento non ci ho dato troppo peso, poi mi è rimasto il pallino, anche perché si tratta di una montagna maestosa, bellissima, che mi ha sempre affascinato fin dalla prima volta che l’ho scalata assieme a mio papà. La prima volta ho provato in allenamento, ma le condizioni non erano buonissime ed ero lontano dal primato di Marco già in salita. Ho subito capito che se desideravo quel record avrei dovuto mettere il percorso in sicurezza e studiarlo bene».
Un percorso tecnico e insidioso
«In montagna si parla di fastest know time (FKT) perché parlare di primati assoluti è difficile, in quanto le condizioni cambiano molto anche in breve tempo e ti trovi su un percorso che non è mai lo stesso. Ognuno sceglie le traiettorie più congeniali rispetto alle condizioni di quel momento» spiega Magnini, che si addentra poi nei dettagli del percorso, definito “tecnico e insidioso”, e nel racconto dell’assistenza fornitagli lungo il percorso stesso.
Magnini e Massa passano poi ad analizzare le principali difficoltà affrontate e, in chiusura di articolo, gli aspetti motivazionali di imprese come questa: «Ci è mancato gareggiare e confrontarci con altri specialisti di livello internazionale. Da alpino e da sportivo professionista appassionato della verticalità, il fatto di provare questi record sulle montagne mi ha dato tanta energia. In più questi progetti solitari danno una soddisfazione personale ancora più forte rispetto al vincere una gara, perché sei coinvolto direttamente nell’organizzazione, nello studio e nella pianificazione.»
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “L’Ortles conquistato”, di Fulvio Massa, pubblicato su Correre n. 433, novembre 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 43-51, servizio integrato dall’intervista a Marco De Gasperi e dai consigli di Giorgio Garello su come affrontare (in parte) anche da non professionisti i sentieri molto tecnici dell’Ortles.