Quale calzatura ci conviene comprare per la corsa off-road? Tante le esigenze da soddisfare, molte delle quali collegate alle caratteristiche del corridore e dall’uso che se ne intende fare. Ecco la nostra guida, completata da schede e immagini di 19 modelli top di gamma della collezione autunno- inverno 2020-21.
Quale scarpa ci conviene comprare per la corsa off-road? Sono tante le esigenze che una calzatura da trail running deve soddisfare e molte dipendono dalle caratteristiche del corridore e dall’uso che se ne intende fare.
Conoscere per scegliere bene
L’ideale sarebbe farsi consigliare da un esperto, così da personalizzare la scelta sulla base delle caratteristiche antropometriche, della conformazione del piede, del tipo di appoggio, dell’utilizzo prevalente e del tipo di corsa che si andrà a effettuare, perché se si è capaci di una corsa leggera che spinge sull’avampiede si potrà scegliere un modello diverso da chi si esprime con una corsa lenta e pesante. “Le caratteristiche di una scarpa, insomma, sono tante e la variazione di questi parametri incide in modo significativo la scelta del modello”, premette Fulvio Massa, nostro coach di riferimento del mondo trail running, che su Correre di novembre redige una vera e propria “guida all’acquisto” per chi vuole correre in natura.
Vediamole allora in sintesi, queste “tante caratteristiche” da tenere presente quando andremo a comprare la nostra scarpa da trail running: stabilità, ammortizzazione, differenziale, superficie di appoggio, flessibilità, leggerezza, portanza.
Linee guida
Considerazione di fondo: il terreno di gara e allenamento è irregolare per cui viene a mancare una costante tipica della pista o della corsa su asfalto, cioè la regolarità del piano d’appoggio.
“Il trail running, di conseguenza, non presenta una casistica di patologie microtraumatiche articolari e tendinee superiore alla corsa su strada in rapporto alle lunghe distanze percorse”, spiega Massa.
“La scarpa da trail in genere ha una buona struttura sia come suola sia come tomaia per cui, a differenza della corsa su asfalto, non si pone l’esigenza di utilizzare modelli specifici per l’antipronazione a meno di una reale necessità. Inoltre l’irregolarità del fondo porta un continuo succedersi della condizione di contatto per cui il piede si trova ad alternare appoggi in pronazione o in supinazione. Utilizzare una scarpa con supporti antipronazione a uso improprio o fare uso di ortesi plantari particolarmente strutturate e spesse può portare il piede a ribaltarsi dalla parte opposta e quindi favorire l’insorgenza della distorsione tibio-tarsica in inversione.”
Rispetto ai modelli destinati alla corsa su strada aumentano i requisiti di cui deve disporre la tomaia, che “in base al tipo di percorso deve avere la capacità di evacuare l’acqua sia quando si mette il piede in una pozza o in un torrente sia in presenza di erba umida. Una buona traspirazione è fondamentale anche per gare di 8-10 ore e oltre, dove il ristagno di umidità può provocare vesciche” precisa Fulvio Massa.
La misura a volte può richiedere mezzo numero in più per evitare i microtraumi alle unghie nelle ripide o lunghe discese.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Conoscere per scegliere bene” che si compone di un’approfondita guida all’acquisto delle scarpe da trail running e propone schede tecniche e immagini di 19 modelli top di gamma delle collezioni autunno-inverno 2020-21. Il tutto è pubblicato su Correre n. 432, ottobre 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 78-87.