Vita e successi sportivi del mito italiano della corsa in montagna sono raccontati nel volume “Dio abita all’ultimo piano”. Su Correre di settembre Leonardo Soresi ha intervistato Marco De Gasperi.
Cosa sapete di Marco De Gasperi?
“De Gasperi, classe 1977, da Bormio (SO) ha scritto la storia della corsa in montagna, rappresentando la punta di diamante di una nazionale che tra il 1993 e il 2005 non ha perso un solo mondiale a squadre. Ha iniziato da juniores nel 1992 e ora, a quasi 30 anni di distanza, quando apre il suo cassetto delle medaglie spuntano fuori 6 titoli iridati, uno continentale e 11 coppe del mondo a squadre. Mentre gli avversari di una vita decidevano di appendere le scarpe al chiodo lui ha continuato, spaziando dallo skyrunning (con un successo europeo) agli ultra-trail, nei quali si è misurato con atleti di 20 anni più giovani di lui, fino ai record in solitaria sull’Ortles, sul Monte Rosa e sul Monte Bianco”, ci racconta Leonardo Soresi.
La vita in un libro
La sua storia è oggi ben raccontata da Roberta Orsenigo nel libro Dio abita all’ultimo piano (Gribaudo Editore): nelle sue 144 pagine l’autrice ricostruisce una storia atletica segnata dalla passione viscerale per la montagna che lo ha accompagnato in tutta la sua vita.
Nel 1992, a 15 anni, viene folgorato dallo skyrunning, assistendo alla Monte Rosa Skymarathon: «All’epoca mi dedicavo alle gare locali, che non superavano i 7 km e raggiungevano quote basse» leggiamo fra le righe della Orsenigo.
L’anno successivo vuole iscriversi anche lui: è ancora minorenne e il padre Ugo deve firmare un’autorizzazione. Risultato? Decimo al traguardo, attaccato dall’inizio alla fine ai giganti di questa nuova disciplina sportiva.
Ricordi e rimpianti
Soresi passa poi a ripercorrere gli apici della carriera di De Gasperi nella corsa in montagna, con sei titoli mondiali conquistati, di cui due consecutivi: uno nella categoria giovanile e uno nella categoria assoluta, impresa ancora oggi mai riuscita a nessun altro atleta.
Eppure, c’è spazio anche per qualche rimpianto. «Non sono mai stato uno preciso: anche quando mi allenavo seriamente ho sempre mantenuto un atteggiamento scanzonato e un pochino sregolato. Quindi sì, avrei potuto fare di meglio, magari anche preparare una maratona in modo “decente”. Nel trail sarei potuto partire un po’ prima con le lunghe distanze» si legge ancora sul libro della Orsenigo.
E oggi? L’approfondimento di Soresi si conclude con le impressioni di De Gasperi sul suo nuovo incarico professionale: brand manager per la categoria trail running di Scarpa.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Una vita a fil di cielo”, di Leonardo Soresi, pubblicato su Correre n. 431, settembre 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 22-25.