Dal 70.3 alla maratona

Dal 70.3 alla maratona

28 Settembre, 2017
Sara Dossena (Foto: ITU)

Negli ultimi anni sempre più sportivi hanno abbandonato la “purezza” di una singola specialità per dedicarsi a diverse discipline di endurance durante una singola stagione agonistica.

Una stagione divisa in due 

A livello amatoriale il connubio è più semplice da gestire e può giovare a entrambe le prestazioni, riducendo la monotonia e il rischio di incorrere in infortuni da sovraccarico… a patto che la preparazione atletica per la triplice sia ragionevole ed equilibrata.

Dal triathlon sprint alla mezza maratona

Non è troppo complicato inserire delle competizioni di 10 km o 21,097 km alla fine di una stagione di triathlon su distanze corte. Basta qualche seduta specifica per rispolverare i ritmi gara, allungare la distanza del lungo domenicale, magari inserendo anche qualche seduta di fondo medio. Bisogna poi ridurre il volume di nuoto e ciclismo, per rendere il gesto della corsa più economico.

Amatori: più veloci grazie al triathlon 

Negli sportivi meno esperti si assiste spesso a un miglioramento nella corsa grazie allo sviluppo di alcune caratteristiche muscolari legate al ciclismo e al nuoto, ma soprattutto grazie all’aumento del volume degli allenamenti. Un amatore in media corre dalle tre alle quattro volte a settimana, ma quando si approccia al triathlon tende a mantenere le tre sedute di corsa, aggiungendoci però quelle in piscina e sui pedali.

Professionisti e specificità del gesto atletico

Nei runner di alto e altissimo livello il volume di allenamento è già molto elevato e, per inserire altre attività, si sarebbe costretti a ridurre drasticamente il chilometraggio della corsa.

Inoltre, quando si arriva vicino al proprio potenziale massimo e il livello degli avversari cresce, la specificità del singolo sport diventa fondamentale, almeno nella fase agonistica.

Ironman e maratona

L’ironman richiede già di per sé un forte impegno legato alla mole di allenamento, soprattutto nel weekend. Correre una maratona (generalmente a ritmi più lenti rispetto alle proprie possibilità) di solito è già previsto dalle tabelle d’allenamento di un Ironman, per mettere chilometri nelle gambe. Dopo un Ironman è invece preferibile inserire un periodo di scarico, onde evitare infortuni e overtraining.

70.3 e maratona

Se il “carburante” fisico e mentale non è ancora in riserva e la “carrozzeria” non presenta segni di cedimento, dopo un 70.3 (il cosiddetto “mezzo ironman”) si può anche pensare di allenarsi per una maratona a 6-7 settimane di distanza, sfruttando la stessa base organica e muscolare.

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