La forza che serve al runner, soprattutto per evitare infortuni

La forza che serve al runner, soprattutto per evitare infortuni

29 Gennaio, 2019
Foto: Michele Tusino

“Tra i molti tasselli che compongono il grande puzzle del running, la forza funzionale ricopre un ruolo fondamentale. Senza allenare questa componente non potremo mai costruire un corpo che possa correre davvero senza infortunarsi. La tecnica, per quanto possa essere buona, sarà inutile se non supportata da muscoli e tendini forti.” Questa è la spiegazione del “perché” Daniele Vecchioni, su Correre di febbraio, affronta il tema dell’allenamento della forza funzionale alla corsa.

La forza funzionale 

“Forza funzionale – fa notare Vecchioni – oggi è un’espressione un po’ abusata. Per me è fondamentale, ancora una volta, partire dall’individuo naturale, dalla sua vita e dal suo uso del corpo: un esercizio di forza funzionale deve quindi essere pensato nell’ottica di essere, appunto, funzionale al corpo umano. In sostanza, si deve lavorare sulla muscolatura e sulle strutture secondo gli stimoli e gli schemi motori che queste riceverebbero in natura. Inoltre, dal momento che la corsa è una forma di locomozione e abilità naturale, diventa evidente come ciò che è funzionale a essa lo debba essere anche per ogni essere umano e viceversa. 

Nella mia definizione non ci sarà dunque spazio per esercizi e allenamenti che coinvolgono gruppi muscolari senza rispettarne la funzione e il ruolo svolto all’interno del movimento, per attività che mirino a rendere i muscoli forti a discapito della loro funzionalità o che facciano lavorare il nostro corpo secondo schemi motori che in natura non ci troveremmo mai a utilizzare. Quando si tratta di allenamento, la cosa migliore è restare quanto più vicini alle nostre origini.”   

Tre esercizi fondamentali 

Ecco allora proposta (nello spazio “Allenamento” dedicato come ogni mese agli insegnamenti del “Correre naturale”) una dettagliata descrizione di tre esercizi fondamentali: Il plank, il ponte per i glutei e lo squat dinamico. Attenzione, però: “Conoscere i movimenti giusti non basta: per trarne il massimo vantaggio è fondamentale anche sapere come inserirli nella propria vita di ogni giorno. Il mio consiglio è di approcciarli molto gradualmente, specie se non si è abituati a esercizi di questo tipo. Si comincerà con l’eseguire ogni attività anche solo per pochi secondi o per poche ripetizioni e a capire come il corpo risponde al movimento. Ricordate che la qualità è più importante della quantità, in questo caso. A nulla vale tenere la posizione di plank per un minuto o eseguire 30 squat dinamici, se per farlo si deve sacrificare la forma. Piuttosto, concentratevi sul fare molti piccoli snack motori nel corso della giornata, inserendo gli esercizi per il tempo o per le ripetizioni che il vostro corpo si può permettere di sostenere in quel momento, senza arrivare a forzare troppo”. 

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Forza secondo natura”, di Daniele Vecchioni, pubblicato su Correre n. 412, febbraio 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 54-57.

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