Dopo le sue dimissioni all’indomani degli Europei di Berlino e la loro accettazione da parte del consiglio federale di fine settembre, quali orizzonti si aprono ora per Stefano Baldini, il dirigente più vincente dell’atletica italiana?
Dopo 30 anni di maglia azzurra, che panni vestirà adesso Stefano Baldini?
«Almeno per i prossimi due anni, purtroppo non quelli della nazionale. Dopo Tokyo 2020 si aprirà un nuovo quadriennio olimpico, solitamente il momento in cui all’interno delle federazioni si tirano le somme e ci si riorganizza. Staremo a vedere».
Come mai le dimissioni proprio dopo Berlino?
«Perché crescere più di quanto fatto finora sarebbe stato impossibile, senza una totale armonia nella direzione tecnica. L’assenza di regole univoche e universali avrebbe reso difficile continuare a pretendere dai ragazzi rigore e controllo – come ci era stato espressamente chiesto e come avevamo garantito al Coni dopo i Mondiali di Londra del 2017 – davanti all’evidenza che il mancato rispetto delle regole non prevedeva conseguenze. È un ragionamento che vale a tutti i livelli: atleti, tecnici personali, società di appartenenza e staff federale».
Quali sono stati i numeri del suo 2018?
«Soltanto nel 2018 l’attività del settore “Giovanile e Sviluppo” ha coinvolto oltre 350 atleti tra raduni di allenamento e manifestazioni internazionali. Il settore del mezzofondo veloce e prolungato è stato quello più prolifico: oltre il 70% di personal best nell’appuntamento clou della stagione».
«Dal 2005 al 2018 la presenza di atleti azzurri nella top 30 europea di categoria è passata da 35 a 83 fra gli Under23 e da 35 a 106 nella top 100 mondiale fra gli Under20. Siamo tornati dagli Europei Allievi di Gyor con 4 medaglie d’oro, 4 argenti, 1 bronzo e 24 piazzamenti nelle finali a 8, cui si aggiungono 1 oro e 12 piazzamenti nelle finali a 8 ai Mondiali Juniores di Tampere».
«Visti i risultati, mi auguro che i piani di distribuzione delle risorse federali non intacchino il settore giovanile e l’area “Sviluppo”».
Dove la incontreremo nei prossimi due anni?
«Le attività che finora avevo relegato nel (poco) tempo libero dagli impegni federali – come le consulenze per Asics, Enervit e Garmin – diventeranno il mio impegno principale… in aggiunta a quello di papà!».
«Mi vedrete più spesso ai microfoni di Sky e mi piacerebbe che, tra Modena e Rubiera, si creasse un vero e proprio polo del mezzofondo. Strutture e tecnici di primo piano non mancano, in più, potrei mettere a disposizione le capacità organizzative e manageriali che ho sviluppato negli ultimi anni…».
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Ritorno al futuro”, di Francesca Grana, pubblicato su Correre n. 409, novembre 2018 (in edicola a inizio novembre), alle pagine 90-95.