Per non perdere la motivazione agonistica in attesa delle competizioni classiche, mettiamoci alla prova con una gara-test da svolgere periodicamente e in solitaria, incrementando ogni volta distanza o ritmo.
“Dopo settimane di allenamento magari non all’insegna della specificità, sostenere gare-test è un’opportunità che determina stimoli fisiologici efficaci, dandoci inoltre la carica per affrontare successviamente allenamenti più impegnativi” scrive Orlando Pizzolato nella parte introduttiva del proprio articolo tecnico, che come in ogni numero, anche su Correre di luglio apre la sezione “allenamento”.
Come effettuare i test
“Ci sono due modalità di programmare i test” spiega Pizzolato: “Per distanza e per velocità. Nel primo caso si inizia con le distanze più corte e si procede con un incremento dei chilometri da percorrere. Nella seconda ipotesi si tiene fissa la distanza delle prove e si procede accelerando la velocità”.
La modalità-distanza prevede che si parta da una prova di 2-3 km, incrementandola di volta in volta fino ad arrivare ai 15 km.
La modalità della “velocità” fissa una distanza specifica e a ogni gara-test ci s’impegna a “limare” il tempo di percorrenza.
Condizioni di svolgimento dei test
Dopo aver definito nei dettagli le varianti di esecuzione di entrambe le modalità, Pizzolato passa poi a illustrare alcune condizioni di “lavoro” che possono produrre miglioramenti nell’esito della prova, come l’utilizzo del cardiofrequenzimetro per valutare la reazione del nostro corpo; il clima; la frequenza con cui effettuare questi test di controllo.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Imparare a correre forte da soli”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 429, luglio 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 18-20.