La passione per la corsa è difficile da misurare, ma possiamo farcene un’idea. Quando leggo le classifiche delle gare, ad esempio, penso che dietro ogni riga con nome e tempo c’è una storia, un percorso partito da un sogno, un piccolo o grande progetto di vita. Mi piacerebbe conoscerle tutte, queste storie e queste vite. Alcune ho avuto la fortuna di intercettarle. Il mio editoriale che apre Correre di novembre fa riferimento a uno di questi casi, quello della lettrice (e oggi trail runner) Rachele Panizzi da Livorno, che fece parte del quartetto di lettori che furono scelti da Correre per vivere da debuttanti il progetto “Sarò Skyrunner”, culminato con la Montblanc Skyrace da Courmayeur alla stazione di funivia di Punta Helbronner.
L’appetito vien… correndo
Preoccupato per una preparazione che al massimo aveva potuto contare su qualche cavalcavia, Fulvio Massa fece la gara con lei, dopo aver seguito per mesi gli allenamenti suoi e degli altri tre lettori, che nel sole di quel primo fine settimana dell’agosto 2016 si “diplomarono” skyrunner: Luca Borgoni, Stefania Carboni e Stefano Giacomelli.
Avrei giurato che l’avventura di Rachele nel trail running sarebbe finita lì, in quello sfinito sguardo sul mondo conquistato poco prima dello scadere del tempo massimo. Nel 2018, invece, la incontrai alla partenza del Mugello Ultra Trail e da quel momento in poi l’ho rivista spesso in altre gare off road. Ultimo domicilio conosciuto della sua passione il Tuscany Crossing: Rachele ha concluso la “corta” (105 km!) e in quell’inizio di ottobre mi è comparsa su Whatsapp l’immagine del suo arrivo nel buio, le mani alte sopra la testa a reggere un cartello con su scritto: “I sogni nel cassetto fanno la muffa”.
La sfida di Correre
Questa storia aiuta a comprendere la sfida di Correre in questo tempo di nostra vita e sintetizza uno degli aspetti più belli della nostra attività: quando l’esperienza dei nostri coach, capaci di allenare le eccellenze, esce dalle pagine e incontra i lettori. Succede così che anche una persona compressa dalla vita, schiacciata o rifugiata nella quotidianità, trovi la strada per andare incontro a un nuovo possibile sé acceso di autostima. Quello che noi possiamo fare, in realtà, altro non è che illuminare questo possibile tragitto interiore, ma a volte basta a fare la differenza tra un sogno che rimane nel cassetto e uno che invece diventa vero.